L'Italia ha steccato il primo vero test del suo Europeo. Al Veltins-Arena di Gelsenkirchen gli Azzurri sono usciti con il mal di testa dopo 90 minuti di palleggio e incursioni della Spagna di Luis De La Fuente. Sempre pericolose, le Furie Rosse hanno messo all'angolo gli avversari dominando sul piano tecnico: pochi errori in palleggio, idee chiare in manovra e quartetto offensivo imprendibile. Niko Williams è stato probabilmente il migliore in campo. Sulla fascia sinistra il giocatore dell'Athletic Bilbao ha dato gli incubi al malcapitato Di Lorenzo, uscito evidentemente sconfitto dal confronto, ed è andato almeno due volte a centimetri dal gol. In avvio il classe 2002 ha sprecato, mandando a lato un comodo colpo di testa da pochi metri sull'assist di Morata, mentre nella ripresa ha sfiorato il gol della settimana colpendo la traversa dopo la sterzata sul terzino del Napoli e il tiro a giro sul secondo palo.

Tra le fila Azzurre pochi raggiungono la sufficienza. Il migliore in campo è stato un monumentale Gigio Donnarumma, autore di almeno tre parate dal coefficiente di difficoltà altissimo e beffato solo da un pizzico di sfortuna in occasione dell'autogol di Calafiori. L'attacco dell'Italia non si è quasi visto, il centrocampo è finito in fretta vittima delle ondate di Pedri e compagni. Non sorprende quindi la reazione molto critica della stampa.

TuttoSport non va per il sottile e titola: "Ci hanno smontati come i croati", parlando di "differenza imbarazzante". Il quotidiano torinese punta l'attenzione in primis sui limiti della Nazionale ( in particolare quelli offensivi: "neanche un vero pericolo per Unai Simon"), che si è ulteriormente complicata la vita giocando una partita molto al di sotto delle proprie possibilità, poi sottolinea il livello nettamente superiore degli avversari: "Poteva essere un’umiliazione, è stata una lezione di calcio che ci ha schiaffato in faccia il nostro livello", scrive Guido Vaciago. In chiusura mette fine alla parentesi critica, perché il nostro Europeo è ancora apertissimo: lunedì con la Croazia basterebbe il pari per andare avanti

Il Corriere dello Sport sceglie invece "Brandelli d'Italia" per titolare il pezzo sulla partita, schierandosi poi in maniera netta ma meno polemica. L'attenzione è puntata sul valore degli spagnoli, proiettati verso il Mondiale 2026 quando i propri talentini avranno un tasso di maturità ancor più alto. L'Italia invece è un cantiere aperto: "Non servono processi. Spalletti si trova all’inizio di un percorso e questo è il livello attuale del calcio italiano". Belle le parole di Italo Cucci per il migliore in campo, Gigio Donnarumma, paragonato a un mostro sacro come il friulano Dino Zoff: "Ieri sera Donnarumma mi ha ricordato Zoff. Dino non dava spettacolo, era una sicurezza totale e composta. Gigio è volante, Gigio ha la sicurezza in cima alle dita, basta ricordare come ha salvato l’Italia dall’Albania al novantesimo [...]  Gigio devia la palla che ha fame di gol. Al 2’ su Pedri. Al 25’ su Morata. Al 27’ su Fabian Ruiz il persecutore che viene bloccato anche al 43’. Poi cede al fuoco amico, povero Calafiori subito appassito".

La Gazzetta dello Sport parla invece di figuraccia per gli Azzurri: in tempo di Esami di maturità l'Italia ha toppato la prima prova e ora deve stare bene attenta a rimediare con la seconda. A fare la differenza secondo Luigi Garlando è stato il tasso tecnico delle giovani Furie Rosse: "I talentuosi bambini del dribbling, che noi non abbiamo, ci hanno punzecchiato da tutte le parti". Vane le barricate alzate da Spalletti, che non hanno fatto altro che rimandare l'inevitabile. Male l'apporto degli attaccanti e dura critica per Scamacca, numero 9 di peso apparso quanto meno leggerino: "Scamacca invece di inchiodare la palla a terra per far salire la truppa si perde in appoggi leziosi". Ora la testa deve andare a lunedì, per conquistare a Lipsia la qualificazione agli ottavi. Per farlo, scrive il direttore di Gazzetta, sarà fondamentale riprovare a gicoare a calcio. 

Sezione: UEFA Euro 2024 / Data: Ven 21 giugno 2024 alle 10:40
Autore: Gabriele Foschiatti
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