Teoman "Teo" Alibegovic, padre del giocatore dell'Apu Mirza, ha parlato ai microfoni di Nettuno Bologna Uno per commentare la lotta promozione in Serie A2. Ex della Snaidero Udine e ora vicepresidente della Fortitudo Bologna, si parte chiaramente con la Effe, che ultimamente sta perdendo qualche gara di troppo, dando adito anche a voci da bar che parlano di inciampi calcolati per trovare un piazzamento favorevole ai playoff: “Mi auguro che siano in pochi, a pensarla così. Chi mi conosce sa che se mai un allenatore, o un dirigente o un giocatore, la pensasse in questo modo, avrebbe dei problemi da risolvere con me. E' una ipotesi vomitevole, lo pensano tutti i soci: non sarebbe da Fortitudo, non si gioca mai per perdere, il nostro presidente a inizio stagione ha detto che odia perdere anche a biliardo. Quindi a questi paranoici dico che noi ci siamo uniti per trainare la Effe in una nuova era, facendo le cose poco a poco perché un processo sportivo strategico non può farsi in due mesi: guardiamo Pistoia, ci ha messo 4 anni per ripristinare tutto e arrivare dove è adesso. Forse ci sono troppe aspettative, ma non certo da parte nostra, perché nessuno ha iniziato chiedendo la A1. Poi ci siamo sempre detti che se la A1 dovesse arrivare non ci si tira indietro e si cercheranno extrafinanze. Ma non voglio sentire dire che giochiamo per perdere: il nostro coach avrà pregi e difetti, ma conosco il suo orgoglio. E la stessa cosa vale per i giocatori".

"Abbiamo portato Giuri, che è diverso da Giordano, dovrebbe dare maggiore saggezza e calma: Giordano va meglio a Treviglio dove c'era bisogno di un giovane, a noi serviva un giocatore di esperienza. Abbiamo preso Giuri e lasciato Giordano fino a fine stagione per poi rivalutarlo. Noi abbiamo iniziato la stagione in modo incredibile, poi spesso la gente non capisce certe logistiche: i due viaggi a Roma, a Latina, ad Agrigento, e io non cerco alibi ma penso che la fase ad orologio è una formula che non funziona, tanto che l'anno prossimo non ci sarà più. Le posizioni 1-2-3-4 giocano con l'idea dei playoff, e affronti chi lotta per la salvezza: per legge sportiva, chi retrocede dalla A2 ha la possibilità di trattenere delle mensilità, e per questo giocano alla morte. Non dimenticando i problemi di infortuni, iniziati proprio di recente. Quindi, ci sono partite contro chi si gioca la stagione in una partita, e per questo va in scivolata senza pensare alle conseguenze per gli avversari. L'orologio è inutile, e pensare a questa bestemmia sportiva del giocare per perdere è assurdo: se vuoi essere promosso devi passare tre turni, e io preferisco sempre i primi due turni in casa e poi vedere il terzo. Altre ipotesi sono fuori logica”

Contro la Fortitudo tutte le avversarie si gasano.

 “Il motivo per cui siamo entrati è lo spirito della nostra tifoseria. Il presidente di Treviglio ha detto che ci invidia, quindi è normale che tutti contro di noi si gasano. Ieri abbiamo trovato una squadra con vecchi marpioni che hanno giocato tanto a Bologna e che non si sono emozionati. Non si sono disuniti, e la fortuna aiuta gli audaci. Io li vidi la settimana precedente a Udine, una delle partite più brutte mai viste in 30 anni, ieri sono stati egregi. Noi non siamo stati scandalosi, ci siamo impegnati, c'è stata tanta intensità ma ci è mancato l'ultimo passo, le scelte di tiro. E uno che si ritirerà tra 2 mesi ci ha messo triple dall'angolo: Treviglio è stata costruita per salire, e cambiando l'allenatore ha trovato la giusta chimica"

Un commento alle parole di coach Caja:

“Ho conosciuto tanti allenatori con il coltello tra i denti, e Caja lo è sempre stato, una persona sempre sul filo del rasoio. Si è arrabbiato, e lui è uno molto pensieroso che a caldo si è sfogato: oggi forse userebbe toni diversi e più delicati. Ma ripeto, è stata una bella partita con una intensità fantastica da entrambi i lati, e loro sono stati più cinici ed esperti. Questo è un gioco di squadra, non è il tennis: se si annega si annega insieme, se si vince si vince insieme. Non rimprovero al coach quello che ha detto, forse io avrei preferito guardare il bicchiere mezzo pieno, lui ha guardato quello mezzo vuoto: non guardare il latte versato ma capire come evitare di finire in quella situazione. Ma attenzione, negli ultimi anni questa realtà è stata sempre molto fragilina, e l'unico modo per consolidarci è pensare positivo, non avere paranoie, scenari fantascientifici. A un amico che mi ha fatto queste allusioni ho buttato il telefono in faccia: io, a nome di tutta la società e di tutti i nostri soci, dico che ci fidiamo di questa squadra e questo allenatore al 100%, senza Caja noi ora non saremmo qui, perché ha messo a posto tante cose anche a livello disciplinare. E questa idiozia, come è la fase ad orologio, non la voglio più sentire. Ora dobbiamo rifiatare, e pensare ad andare avanti senza pensare a chi si inciampa o non tiene la palla. E al massimo cercare di ritrovare un po' di incoscienza, tutti noi, dando ai giocatori soddisfazioni e non sempre bastonate"

Il battibecco tra Caja e Aradori non avrà conseguenze:

“E' successo anche ad Ibrahimovic. Faccia quello che vuole, basta che alla fine torni in campo e faccia il suo”

Caja rimarrà o dipenderà dalle ambizioni?

“Ha un contratto, e tutti i contratti possono essere allungati o accorciati. Un matrimonio si fa in due, lui potrebbe rimanere, lui ci piace, vediamo se sarà reciproco. Penso a mio figlio: stava bene in Turchia, poi gli è arrivata una proposta che non poteva rifiutare. Se qualcosa qui non lo mette a suo agio amen, ma qui abbiamo fatto tante cose per ristrutturare, cose che forse non si sono viste, abbiamo vinto tante partite di fila, quindi ci vuole un pizzico di volontà e fare un passo indietro. Per me i migliori contratti sono quelli in cui ci si stringe la mano e si esce, comunque, non contenti al 100%"

Sezione: Basket / Data: Ven 12 aprile 2024 alle 16:11
Autore: Davide Marchiol
vedi letture
Print