Gokhan Inler, direttore dell'area tecnica dell'Udinese, ha concesso una lunga intervista ai microfoni del Messaggero Veneto. Queste le sue parole:

"Sono tornato all'Udinese per iniziare una nuova carriera perchè anche da calciatore qui tutto era realmente cominciato. Mi sembra cambiato poco rispetto a tredici anni fa. La differenza è che quando giocavo qua vivevo fuori città, adesso ho preso casa in centro e vedo molta più gente. Mi sembra ci siano più giovani. Cerco di trasferire la mia energia alla squadra, con il mister c'è un continuo scambio di opinioni. Il giocatore che viene sostituito va gestito subito perchè in quei momenti l'adrenalina è a mille. E' una nuova esperienza nella quale mi sono tuffato a capofitto. Non sono venuto qui per fare il poliziotto. Anche i giocatori devono vivere, ma devono anche sapere che sono dei professionisti di Serie A e che il sottoscritto avrà sempre le antenne dritte."

Sull'Udinese: "Chiaramente ho visto una squadra che ha sofferto tantissimo, stesso discorso vale per società e tifosi. Ho trovato un ambiente spaventato che dopo quasi trent'anni ha rischiato di perdere la Serie A. A livello di strutture c'è però stato una grande passo in avanti rispetto a quando giocavo. Tornare è stato un orgoglio, considero un privilegio lavorare ancora con i Pozzo con i quali sono sempre rimasto in contatto. Voglio far capire ai calciatori di oggi dove sono arrivati, ovvero in un club con una storia gloriosa. Conosco bene la Serie A, ogni partita è complicata, però se abbiamo fatto sette punti significa che abbiamo lavorato bene, ma non basta. Il futuro devi conquistartelo, quindi sì, 'stin calmuz', come diceva Guidolin. A fine stagione sarò soddisfatto se avremo creato un ambiente e un gruppo forte anche in prospettiva futura."

Sull'arrivo di Sanchez: "Durante la trattativa, prima della firma, ci siamo sentiti e gli ho spiegato com'erano le cose. Credo fosse corretto avesse un punto di riferimento in me, abbiamo giocato assieme, lo conosco, so come ragiona."

Sul riavvicinamento ai tifosi: "Scelta mia ma condivisa con il mister. Se vi ricordate io dopo le partite mi fermavo con i tifosi a parlare nel parcheggio. Credo sia doveroso. In Germania ed in Svizzera gli allenamenti a porte aperte sono naturali. Intendiamo portare avanti questa cosa per tutta la stagione, almeno due volte al mese. Fa bene sia ai tifosi ma anche ai calciatori."

Su Brenner: "Con lui ho incominciato a parlare dal primo giorno di ritiro. Era reduce da un brutto anno pieno di infortuni e ha fatto un salto in avanti molto positivo. E' motivato e ha capito che questo è un gruppo nel quale si lavora tutti insieme. Ha imparato l'italiano, dopo il gol con il Como è venuto a ringraziarmi ma siamo solo all'inizio, il suo vero potenziale deve ancora esprimerlo."

Su Runjaic: "Ha portato mentalità, stabilità, sistema e sicurezza. Ha una idea e riesce a trascinare dietro di sè il gruppo. Il mister è uno che risolve le situazioni subito, se vede un problema lo affronta a quattrocchi oa sei se c'è bisogno del traduttore. Non rimanda."

Sul calendario: "Ogni gara ha una sua storia, bisogna pensare solo alla prossima. Intanto stiamo sfruttando questa sosta per inserire gli ultimi arrivati che hanno giocato giovedì in amichevole."

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 09 settembre 2024 alle 08:30
Autore: Jessy Specogna
vedi letture
Print