La UEB Cividale si inchina soltanto in finale di Coppa Italia contro l'Acqua S.Bernardo Cantù. Dopo aver dominato la semifinale contro Rimini, a lungo capolista solitaria in campionato, ha dovuto cedere alla formazione biancoblù al termine di una partita davvero in bilico soltanto nel primo quarto. Un risultato comunque storico per la giovane realtà ducale, che si è trovata di fronte la quasi centenaria storia canturina. Ecco quali sono state le tre chiavi della finale:

Roster

La squadra di coach Brienza può vantare su un organico più esperto rispetto a quello di coach Pillastrini. In una gara secca, avere a disposizione giocatori come Moraschini e McGee che hanno già vinto campionati e coppe, fa tutta la differenza del mondo.; i due - non a caso - si sono rivelati i migliori in campo. Se poi a questa squadra aggiungiamo comprimari o pseudo tali come Baldi Rossi (che ha già giocato con Moraschini a Bologna e Trento) e Hogue, diventa davvero difficile per qualsiasi squadra avversaria avere la meglio. Il coach canturino, in questo contesto, può anche scegliere di privarsi di Basile (uno dei migliori giovani prospetti per la nazionale del futuro) per quasi tutto il secondo tempo e non risentirne. 

Protagonisti

Lucio Redivo è stato uno dei grandi assenti della partita per larghi tratti: nel primo tempo ha messo a segno soltanto tre punti, sbagliando addirittura un tiro libero, una rarità. 13 punti in 31 minuti di gioco tirando con il 3/11 dal campo è davvero troppo poco per il Sindaco, incapace di incidere. Discorso simile va fatto per Doron Lamb, che chiude con gli stessi punti fatti dal suo collega argentino e la sensazione di aver mancato l'appuntamento decisivo. Di contro, dalla parte opposta, McGee e Moraschini hanno giganteggiato, riuscendo a sopperire la serata opaca di Valentini, mattatore della partita contro Udine

Storia

La storia e la bacheca non scendono in campo, ma in serate come questa possono dare un grande aiuto. Cantù è una delle nobili decadute del basket italiano, che cerca di tornare nei posti che più le competono dopo l'amara retrocessione della stagione 2020/21. Il DNA vincente della squadra è trasmesso in continuità da Brienza, nato, cresciuto e formatosi nella squadra della sua città. Cividale, nata meno di cinque anni fa, si sta confermando una splendida realtà: grazie alla sapiente gestione di Micalich e alla direzione tecnica affidata fin dal primo giorno a un allenatore del calibro di Pillastrini, è ormai stabilmente tra le grandi di A2. I gialloblu possono far tesoro di quanto hanno incontrato sulla loro strada verso la Coppa in attesa della prossima finale che, visti i presupposti, non sembra lontana. 

Sezione: Basket / Data: Lun 17 marzo 2025 alle 15:36
Autore: Francesco Maras / Twitter: @francescomaras
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