UEB Cividale, Pillastrini: “Redivo? Se non vuoi certe cose è meglio prendere giocatori diversi”

In un’intervista tenuta a “Palla A2-Territori a canestro”, podcast disponibile su RaiPlaySound, Stefano Pillastrini ha raccontato la prima parte di stagione della sua UEB Cividale, partendo dal cambio di americano tra Marks e Doron Lamb: “Derrick è un ragazzo eccellente ed è sempre dura rinunciare a chi ha dimostrato in carriera di essere un giocatore forte, che si inserisce alla perfezione nel gruppo, un ragazzo che qualunque allenatore vorrebbe avere per la sua disponibilità e il suo impegno. Capita però che si debba prendere una decisione dolorosa perché ti accorgi che il giocatore non è quello giusto per te e che non si sposa bene con quelle che sono le necessità della squadra”. Protagonisti in positivo sono poi due giovanissimi, classe 2005, come Ferrari e Marangon: “Il motivo per cui i giocatori giovani in genere non vengono messi nelle condizioni di potersi esprimere a certi livelli io non lo conosco. Siamo dipendenti da esterofilia e ci danno tranquillità i giocatori che hanno già un background o un chilometraggio un po' più alto quando invece privilegiando il talento e insistendo la cosa può funzionare. L'apporto che ci stanno dando Marangon, Ferrari e Piccionne non è inferiore a quello dei giocatori con maggiore esperienza. lo sarei anche favorevole a imporre certi tipi di scelte per regolamento, anche se poi si direbbe che cosi si viziano i giovani. Però credo che sarebbe una cosa per il bene del movimento.

E non è vero che ne risentirebbe lo spettacolo”. Infine non poteva mancare un commento su Lucio Redivo e quei autori tiri all’improvviso che stanno diventando un marchio di fabbrica: “Lucio è quel tipo di giocatore lì. Se non vuoi certe cose è meglio che prendi giocatori diversi. Certi tipi di soluzioni sono nel suo DNA. La cosa importante, per la squadra, è sapere che quelli sono solo i suoi tiri, perché se ci sono due o tre giocatori che giocano in quel modo allora non si può più giocare. In questo contesto lui diventa molto performante, anche perché in questo suo modo così imprevedibile di giocare vedi che lui è anche tanto altruista”.