Il ritorno di Alexis Sanchez all'Udinese non è più un sogno ma una bellissima realtà. Nella giornata di ieri infatti, la società bianconera ha annunciato l'arrivo dei fantasista cileno, che dopo 13 anni vestirà nuovamente la maglia bianconera.
Il niño era diventato grande proprio in Friuli, alla sua prima esperienza Europea tra il 2008 ed il 2011. Poi la partenza verso mete più grandi in giro per l'Europa. Da Barcellona a Londra, sponda Arsenal, fino ad arrivare a Manchester. Una carriera prestigiosa che ha visto come ultima tappa prima del grande ritorno in Friuli l'esperienza all'Inter. Con I nerazzurri (con cui Sanchez aveva già giocato dal 2020 al 2022 vincendo uno scudetto, una coppa Italia e una Supercoppa Italiana) l'attaccante cileno non ha vissuto un ruolo di primo piano, ma ha senz'altro contribuito in maniera sostanziosa all'ottima annata vissuta dalla squadra guidata da Inzaghi.
Nonostante le poche presenze da titolare e una prima parte della stagione dove Sanchez è stato anche relegato in panchina a causa di qualche problema fisico, l'ormai ex nerazzurro ha chiuso la sua stagione dal punto di vista realizzativo con 4 gol (di cui due in Champions League) e 5 assist. Decisiva la sua prestazione in Inter - Genoa del 4 Marzo, quando i nerazzurri, dopo 3 vittorie consecutive per 4-0, hanno faticato molto contro i liguri. In quella circostanza Sanchez indirizzò il match con un gol e un assist, in una gara che terminò poi 2-1 in favore dell'Inter e che lanciò definitivamente i nerazzurri verso lo scudetto, complici anche i passi falsi di Juventus e Milan nello stesso periodo. L'estro e la fantasia del cileno ha spesso permesso ad Inzaghi di portare più dinamicità e più soluzioni offensive in partite più chiuse, utilizzando Sanchez all'occorrenza anche da trequartista dietro le due punte. Un esempio in questo ruolo lo si è avuto proprio a Udine, quando tra Udinese e Inter il punteggio era fermo all'1-1 e proprio il Niño Maravilla entrò a supporto delle due punte nerazzurre, portando una maggiore pressione nell'area bianconera che culminò con il gol all'ultimo minuto di Frattesi.
Nonostante un epilogo amaro, di quella gara si ricorda soprattutto il grande applauso che ha accompagnato l'ingresso in campo di Sanchez, forse un preludio a quello che sarebbe successo quattro mesi dopo. Il viaggio di Sanchez in nerazzurro si è poi concluso con la vittoria del secondo scudetto, ottenuto nell'occasione più dolce, vincendo il derby contro il Milan e assicurandosi il titolo di campione d'Italia con cinque giornate d'anticipo.
La nota stonata di quest'ultima stagione è invece arrivata dalla Nazionale, dove in Copa America Sanchez e compagni non sono riusciti ad incidere. Nel girone A infatti, la nazionale cilena ha ottenuto solo due punti in tre partite, non riuscendo a segnare nemmeno un gol e terminando la propria esperienza direttamente ai gironi, piazzandosi alle spalle dell'Argentina (poi campione) e del Canada, che è stata la sorpresa della competizione arrivando fino in semifinale. Un epilogo non fortunato che lascia una sfumatura amara nella carriera del nino in Nazionale, con cui tra il 2015 e il 2016 ha vinto due Copa America.
Ora Sanchez è pronto a portare tutta la sua esperienza in casa bianconera. Dopo aver girato l'Europa, sicuramente gli anni all'Inter lo hanno aiutato a riprendere contatto con le caratteristiche del campionato italiano. Il cileno in nerazzurro ha dimostrato come le sue qualità tecniche possano essere decisive per scardinare anche le difese più compatte e sbloccare le partite più complicato. Sanchez all'Udinese porterà (o meglio, riporterà) soprattutto questo, oltre ad una grande dose di carisma derivata da tutte le sue esperienze, che lo consegneranno al gruppo bianconero come uno dei leader della squadra.
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