Il tecnico bianconero Kosta Runjaic ha recentemente rilasciato un intervista esclusiva a DAZN, nel corso della quale sono stati toccati diversi temi. 

Il gruppo e la sua crescita, i nuovi arrivati ed infine il chiacchieratissimo caso Lucca, che ha monopolizzato l'attenzione di tutti per diverso tempo: questo ciò su cui si è espresso l'allenatore tedesco. 

Per quanto concerne il gruppo ha ammesso che le sfide da affrontare nel corso della stagione sono state diverse:"Innanzitutto, dovevamo entrare in sintonia con la squadra il prima possibile e far capire le nostre idee. Abbiamo iniziato fin da subito ad allenarci ed esercitarci in quella direzione. La stagione precedente non era stata buona e serviva cambiare l'energia all'interno del gruppo. Per noi è ancora una stagione lunga e dobbiamo giocare ancora molte partite difficili, vogliamo raggiungere il massimo: a cosa corrisponda, in questo momento, non lo so. Siamo in un buono stato e lavoriamo molto, vogliamo migliorare i giocatori ed essere più solidi, migliorare in fase di possesso e provare a mantenere il livello che abbiamo ora, magari subendo meno gol e migliorando tanti altri piccoli aspetti su cui lavoriamo ogni giorno".

Dal suo punto di vista ha a disposizione un buon gruppo, condito con il giusto mix di esperienza e di profili giovani. Ma il segreto è uno solo:"Da inizio stagione i giocatori chiave hanno seguito le nostre idee, sono migliorati e hanno assunto maggiori responsabilità, credo che questo si veda anche in partita. Penso a Thauvin, migliorato come leader e nelle prestazioni, ma abbiamo tanti esempi. Karlstrom arrivava da un campionato inferiore e si è adattato alla grande diventato un giocatore chiave, un centrocampista molto importante. Ma non dobbiamo dimenticarci delle cosiddette seconde linee: a inizio stagione Kabasele ha giocato tanto e ha fatto sempre molto bene. Sono felice in generale dei nostri miglioramenti e dell'attitudine dei singoli e della squadra. Ora siamo una vera squadra".

Non sono mancate le lusinghe a Solet, colpo a parametro zero che sta sicuramente reggendo le aspettative che c'erano. Una cosa che non sorprende il tecnico:"Non sono sorpreso da Solet perché già lo conoscevo e sapevo a che livello fosse. Ha avuto qualche difficoltà, dei problemi fisici diciamo. Per noi è stato un acquisto veramente fortunato, ha avuto molto tempo per adattarsi e ha iniziato ad allenarsi con la squadra alcuni mesi fa. Era chiaro che dall'inizio del 2025 sarebbe diventato un punto forte della squadra ma aveva fatto bene già dalla prima gara contro il Verona. Si è lanciato nella squadra e adesso è difficile pensare a giocare senza lui. Fisicamente ora è più forte, è veloce, legge molto bene il gioco, gioca d'anticipo ed è forte nei duelli. Ha tutte le caratteristiche per diventare un giocatore di altissimo livello".

È poi tornato su Lorenzo Lucca, sulla maturità che sta raggiungendo e sul famoso episodio del rigore che ha fatto tanto parlare: "È un attaccante giovane, è solo alla sua seconda stagione in Serie A. Penso sia migliorato. È ancora in fase di apprendimento ma è un attaccante di tipologia molto specifica. Penso che qualsiasi allenatore di qualsiasi squadra di alto livello vorrebbe avere un profilo come Lucca. È molto pericoloso, uno specialista nell'ultimo terzo di campo e in area. Forse al momento è il miglior colpitore di testa, quindi direi che è prezioso averlo in squadra. Il rigore? È stato un episodio 'carino', un aneddoto in più da raccontare nella mia carriera da allenatore. All'inizio ero sorpreso ma come prima cosa ho sperato che realizzasse il rigore ed ero abbastanza sicuro che lo avesse fatto, per me era tutto chiaro. A volte servono anche quelli che rompono gli schemi e va bene esserlo, ma non in quella situazione. Non ha seguito le regole, poi abbiamo avuto un buon confronto e abbiamo parlato all'interno del gruppo, una conversazione molto aperta. Si è scusato e ora va tutto bene. Credo che questa esperienza abbia reso il gruppo ancora più forte".

Uno dei suoi obiettivi per la prossima stagione? Parlare di più e capire meglio la lingua italiana. "Miglioro ogni giorno ma sfortunatamente non ho tanto tempo perché passo sul campo quasi ogni giorno dalle 10 alle 12 ore, è una questione di energia ma capisco sempre di più" - ha affermato."Creare uno stile di gioco riconoscibile, fare in modo che i tifosi che si identifichino di più e fare più punti possibili è più importante dell'italiano" ha poi concluso.

Sezione: Notizie / Data: Gio 13 marzo 2025 alle 14:00
Autore: Stefania Demasi
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