A dire la sua riguardo l'ottavo di finale tra Svizzera e Italia è stato anche l'ex campione del mondo Antonio Cabrini. Dall'intervista riportata dal Messaggero Veneto, l'ex terzino della Juventus afferma che la Nazionale, nonostante una fase a gironi complessa, rimane la favorita per il passaggio del turno. Di seguito l'intervista completa:

Cosa ti senti di dire agli azzurri?

"Che affrontano un avversario molto difficile. Non esistono più le squadre-materasso come una volta, e quindi, se si vuole andare avanti, serve una grande prestazione".

È corretto dire che in tornei brevi come questo le prime partite sono quelle più ardue?

"È vero. Le prime partite sono sempre un terno al lotto, difficili da gestire".

Quindi i risultati ottenuti durante il girone erano pronosticabili?

"Non è che giustifico l’Italia perché ha vinto, poi perso e infine pareggiato all’ultimo secondo. Ormai in Europa non ci sono più le Nazionali con cui dici: beh, gioco bene, vinco e non faccio fatica. I valori si sono livellati. Per cui o parti forte, a due mila all’ora, come la Spagna, oppure se trovi chi, dall’altra parte, ti crea dei problemi, ecco che si parla di prestazione non all’altezza, prova mediocre, primo tempo buono, secondo non buono e via discorrendo".

Come vedi l’organico gestito da Spalletti? Hanno la caratura dei campioni?

"Il gruppo che vince e che sa di aver disputato una partita in cui si è rischiato molto e che poi ne ha fatta un’altra dove ha rischiato di più, si consolida strada facendo. Bisogna vedere che forza ha, e non parlo solo di forza fisica, anche a livello mentale. La domanda da porre a se stessi è una sola: a che livello siamo? Siamo quelli scesi in campo sino a oggi oppure più forti? Mi auguro che, più partite giocheranno, più crescano, anche se 2-3 giocatori non li abbiamo mai visti".

È una limitazione non avere un centravanti decisivo?

"L’attaccante che segna è fondamentale. Gli uomini-gol vanno messi nelle condizioni di arrivare più volte alla conclusione, e non è successo".

La pressione può influire sull’impatto nella gara dei giocatori?

"La pressione c’è sempre stata, ma lo sapevi, come lo sapevamo noi. Ora hai davanti tutte finali, devi giocarle partita per partita".

Ritrovi un Cabrini in questa Nazionale?

"Il mio ruolo era giocatore di fascia, che prendeva palla, saltava l’avversario, andava sul fondo e metteva i cross sotto porta. Ditemi quante volte oggi si fa questo e si crossa per i compagni piazzati in area. Vi rispondo: mai o quasi mai. Uno come Chiesa, ad esempio, è da sfruttare, perché è in grado di saltare spesso l’uomo. Oggi è difficile fare il terzino fluidificante con simili metodologie di gioco. No, non vedo uno come il sottoscritto".

In caso di successo sulla Svizzera, quanto in fondo vedi l’Italia nel torneo?

"Non lo so, in tutta sincerità. È un grosso punto di domanda".

Sezione: UEFA Euro 2024 / Data: Sab 29 giugno 2024 alle 09:30 / Fonte: Messaggero Veneto
Autore: Andrea Bigetti
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