La UEB Gesteco Cividale manca il suo appuntamento con la storia. Nella finalissima delle Final Four di Coppa Italia ad avere la meglio è stata una Cantù apparsa un gradino sopra ai ducali, dimostrando nel confronto stagionale più importante di essere una squadra costruita per questo genere di partite. D’altra parte non è un segreto che l’ambizione dei brianzoli sia quella di tornare al piano di sopra: è normale quindi che al PalaDozza il club che ha alzato la coppa sia quello che ha fatto valere la maggiore qualità nei singoli, una notevole profondità di roster e il vantaggio di essere storicamente più abituato a queste situazioni. Non c’è retorica nel dire che quello della Gesteco è in ogni caso un risutato importante: il solo fatto di arrivare a giocarsi le proprie carte contro società storiche come RBR, Cantù e Apu in un palcoscenico di questo genere era quasi impronosticabile a inizio stagione. Nonostante la sconfitta in finale, il gruppo guidato da coach Stefano Pillastrini ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli e di essere pronto a lottare per traguardi ambiziosi.

Se in campo i gialloblù hanno offerto prestazioni di altissimo livello, fuori dal parquet la finale ha lasciato strascichi polemici. Il presidente della UEB Gesteco Cividale, Davide Micalich, ha infatti sollevato dubbi sull’arbitraggio della sfida contro Cantù, in particolare sulla presenza tra i direttori di gara di Francesco Cassina, arbitro di Desio. "Quando arrivi lì vuoi vincere, quindi la delusione c’è. Detto questo, non si può mandare un arbitro di Desio ad arbitrare una finale in cui gioca Cantù", ha dichiarato Micalich ai microfoni di Quinto Quarto. "È la seconda volta. Abbiamo perso a Cantù di un punto contro di loro, e arbitrava lui. A Rota hanno aperto un sopracciglio e hanno fischiato fallo a lui".  Parole che hanno inevitabilmente alimentato il dibattito, anche se la terna arbitrale, composta da Miniati Gian Lorenzo (Firenze), Daniele Alfio Foti (Bareggio) e appunto Cassina (Desio), era stata designata con largo anticipo dalla FIP. A conti fatti, queste polemiche appaiono inaspettate e poco giustificate, probabilmente dovute alla delusione che una sconfitta in finale può causare “a caldo”, considerando che la superiorità di Cantù è stata evidente sul campo e che il risultato finale non è stato determinato da episodi dubbi o da fischi particolarmente controversi. 

Oltre alle polemiche arbitrali, la finale di Coppa Italia ha avuto anche un’appendice sui social, con il duro attacco della madre di Fabio Valentini, playmaker di Cantù, nei confronti di Giacomo Dell’Agnello. La donna ha accusato il giocatore della Gesteco di aver esultato per l’infortunio del figlio, dichiarando: "Non solo esultava, ma ero davanti e ho visto e sentito che diceva di essere felice che finalmente si fosse fatto male. Io sono la mamma di Fabio, avevo vicino le mie figlie! Sono ancora incredula per una tale schifezza, non ci potevo credere!". Nessuna risposta, almeno per il momento, dal quartier generale gialloblu.

Le sue parole hanno scatenato una discussione accesa sui social, con reazioni contrastanti da parte dei tifosi e degli addetti ai lavori. Tuttavia, anche in questo caso si tratta di polemiche che rischiano soltanto di oscurare il vero significato di questa Coppa Italia per Cividale.

Sezione: Basket / Data: Mar 18 marzo 2025 alle 17:08
Autore: Alessandro Di Lenarda
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