Il 2024 sta per volgere al termine, portando con se un anno intero di emozioni ed esperienze. Per l’Udinese e i suoi tifosi quest’anno, calcisticamente parlando, è stato colmo di alti e bassi - con il momento ad ora iconico della salvezza raggiunta in extremis a Frosinone. Vediamo assieme il 2024 bianconero analizzandolo dalla A alla Z!
Ancora in A
Era il 26 maggio 2024 quando l’Udinese scendeva in campo allo stadio Benito Stirpe di Frosinone. Una partita diversa dalle altre: quel giorno, infatti, i bianconeri si giocavano la permanenza nella massima serie. Nello stesso momento, ad Empoli, c’era la squadra toscana che si giocava anch’essa la salvezza. La settimana prima le due squadre avevano pareggiato ad Udine. A Frosinone era obbligatorio vincere.I minuti passavano, la tensione cresceva. L’Empoli, nel frattempo, passava in vantaggio a Roma, per poi subire il gol del pareggio. Al minuto 76, tuttavia, un eroe si palesa: Keinan Davis. L’inglese mette la palla in rete ed è abbastanza per rimanere in Serie A. Per proteggere la storia del club. Per far continuare a sognare i tifosi bianconeri e il popolo friulano tutto. Decisamente il momento più emozionante del 2024 dei friulani.
Basta solo Bijol?
Che Jaka Bijol sia un punto fermo della squadra è sotto agli occhi di tutti. Oltre ad essere un punto fermo, è maturato molto negli anni - diventando anche un obiettivo di mercato di diverse big. La sua presenza in campo da sempre un plus ai bianconeri…Ma è abbastanza? Un singolo giocatore, infatti, per quanto possa mettere tutto se stesso in campo, difficilmente potrà portarsi tutta la squadra sulle spalle. E spesso e volentieri la sua assenza ha gravato sui bianconeri. Lo sloveno è certamente una colonna portante della difesa friulana, ma è chiaro serva maggiore supporto per evitare di soffrire nei momenti critici.
Cioffiducia in Cannavaro
Gabriele Cioffi ha passato diversi anni a Udine: prima come vice di Gotti, poi come subentrante al suo esonero. Dopo una piccola parentesi a Verona, nell’ottobre del 2023 viene richiamato a Udine in seguito all’esonero di Andrea Sottil. Viene richiamato a portare avanti la squadra in una delle stagioni più complesse degli ultimi anni. Quando una stagione nasce male, può andare solo in una direzione. Il 22 aprile 2024 i bianconeri, in quel momento quartultimi in classifica, salutano Cioffi e accolgono Fabio Cannavaro. A lui viene affidato il complicato compito salvezza, che centra con grande sofferenza all’ultimo respiro. Nonostante ciò, l’Udinese decide di non proseguire con l’allenatore napoletano e non lo conferma per la stagione 2024/25.
Daviiiiiiiiiiiiiiis
Keinan Davis è un giocatore di calcio inglese, nato a Stevenage il 13 febbraio 1998. Attaccante dell’Udinese, il 26 maggio 2024 ha regalato ai tifosi friulani una delle gioie più grandi degli ultimi anni. È stato infatti i suo gol a regalare ai bianconeri la salvezza. Nonostante questa prova di forza e carattere, con l’arrivo di Kosta Runjaic alla guida della squadra non ha potuto dare per scontato il posto da titolare. Il giovane attaccante, infatti, si trova spesso in ballottaggio per partire dal primo minuto. Ad ora ha giocato 14 partite, nelle quali ha messo a segno due reti ed ha confezionato un assist.
E di nuovo c’è il problema esterni
Il problema degli esterni a Udine sembra non finire mai. La squadra friulana sembra non riuscire a trovare una quadra, con Kamara, Ehizibue, Zemura e Modesto che come opzioni si stanno dimostrando spesso altalenanti. Serve certezza in quel reparto, uomini su cui fare affidamento e che abbiano una certa costanza.
Fatiche difensive
La retroguardia è inciampata spesso. Nel corso di questo 2024 il reparto difensivo ha mostrato più di qualche crepa. Un reparto che deve dare sicurezza, tuttavia, non può apparire come debole o incerto. Tra i buoni propositi per il 2025 ci dev’essere un miglioramento nella solidità difensiva, cruciale per affrontare al meglio la restante parte di stagione.
Giovani in rampa di lancio
È notizia fresca del mese di dicembre il ritorno alla base di Simone Pafundi, giovane di grande talento frutto del vivaio bianconero. Il ragazzo, originario di Monfalcone, era stato mandato in prestito in Svizzera. Il club che l’ha accolto non ha voluto esercitare il diritto di riscatto sul classe 2006, che è tornato in Friuli alla corte di Mister Runjaic. E l’allenatore bianconero ha subito messo in chiaro di voler vedere e valutare lui stesso il giocatore. Che sia arrivato il momento di puntare su un giovane bianconero, per gettare basi solide per il futuro della squadra?
Home sweet home
L’Udinese, nel corso del 2024, ha dimostrato a tutti che casa è casa. Gran parte dei risultati positivi della squadra, infatti, sono arrivati tra i confini del Bluenergy Stadium. Bluenergy Stadium, tra l’altro, su cui si sta costruendo un enorme progetto che potrebbe renderlo a tutti gli effetti uno degli stadi più innovativi della penisola italiana. Parola d’ordine? Sostenibilità.
Iker Bravo
Non ha ancora trovato tutto lo spazio che in molti si aspettavano, ma vista la giovane età le prospettive di crescita sono decisamente ampie. Iker Bravo, attaccante spagnolo classe 2005, è definito come uno dei prospetti più interessanti a livello di calcio europeo. Nonostante si trovi ancora in una fase di adattamento e nonostante i pochi minuti in campo, Bravo è comunque riuscito a mettere già all’attivo un gol ed un assist. Probabilmente avrà bisogno di tempo, ma Iker Bravo potrebbe essere a tutti gli effetti quella risorsa preziosa da giocarsi soprattutto in quei momenti in cui serve tecnica e fantasia.
Jurgen dove sei?
Jurgen Ekkelenkamp è arrivato a Udine creando aspettative moderate. Ha comunque incuriosito i tifosi friulani. Ma non deve aver incuriosito abbastanza il suo mister. Jurgen non ha un posto da titolare, ma ha comunque dei numeri positivi di cui può vantarsi. È stato, per esempio, autore di due assist. Nato come trequartista, può essere impiegato anche come centrale e centrocampista di destra. Ruoli in cui i friulani si trovano spesso in difficoltà. Nonostante ciò, l’olandese sembra non aver avuto ancora la fiducia al 100% di Mister Runjaic. Dovrà lavorare ancora e dimostrare costanza per potersi prendere l’ambito posto da titolare.
K: Fattore Karlstrom
È definibile, invece, un punto abbastanza fermo della squadra lo svedese Jesper Karlstrom. È uno dei pochi giocatori bianconeri a potersi vantare di essere sceso in campo in ogni partita. Ha anche all’attivo un assist. Arrivato ad agosto, ha subito conquistato la fiducia del suo allenatore e si è conquistato un ruolo fondamentale a livello di equilibrio tattico dei bianconeri. Ha portato ordine in centro campo, dimostrando buone capacità nel dettare i tempi di manovra e nella protezione della difesa. Pecca forse nella gestione della pressione nei momenti più intensi delle partite, ma ha tutte le carte in regola per confermarsi come un punto fermo dell’Udinese presente e futura.
Lavoro duro
La squadra, specie dopo il grande spavento di maggio, non ha mai smesso di lavorare. Giorno dopo giorno, si cercano di gettare le basi per un progetto importante e destinato a rimanere nel tempo. Il lavoro si è visto soprattutto nella prima fase di questa stagione, quando i bianconeri per un giorno hanno addirittura assaporato il gusto della vetta. Serve, però, continuità. Non è necessario puntare in alto rischiando di crollare improvvisamente. È fondamentale porsi dei piccoli obiettivi da raggiungere passo dopo passo, giorno dopo giorno. L’Udinese ha buone prospettive di crescita, ha solo bisogno di trovare la giusta continuità per metterle in campo.
Mercato mirato
L’Udinese nel corso dell’estate 2024 ha portato avanti una campagna acquisti abbastanza mirata, ponendosi come obiettivo primario quello di costruire una rosa adatta soprattutto a conquistare una salvezza tranquilla. Il consolidamento della propria posizione in serie A è certamente l’obiettivo primario, ma c’è anche voglia di gettare solide basi per il futuro. Così, unendo esperienza e freschezza giovanile, l’Udinese ha concluso un buon mercato estivo. Tra gli acquisti spicca in primis il grande ritorno di Alexis Sanchez; l’arrivo di un altro cileno, il giovane Damian Pizarro, ha creato diverse aspettative nell’ambiente. Il riscatto di Lucca, poi, è stata decisamente una grande mossa - assicurandosi un giovane ragazzo dalle buone prospettive di crescita.
Niño volvió a casa
Tredici anni dopo il suo approdo a Udine, il Niño Maravilla tornato dove tutto è iniziato. È stato proprio il club friulano, nel 2008, a portare il cileno in Italia e alla sua prima esperienza europea. Sanchez con l’Udinese ha anche vissuto le magiche notti europee. Anzi, è stato proprio con il club bianconero che ha fatto il suo esordio nelle manifestazioni europee. Il suo ritorno è stato accolto, come prevedibile, con grande emozione ed entusiasmo. Qualche problema fisico l’ha tenuto fermo ai box sino ad ora. Poi, giovedì 19 dicembre, il suo secondo esordio in maglia bianconera. Arrivato proprio contro l’Inter, altra sua ex squadra e con la quale ha conquistato la seconda stella nella passata stagione.
Okoye
Il portiere nigeriano, partita dopo partita, si è conquistato la fiducia della squadra. Allo stesso tempo, ha anche conquistato fiducia in se stessa. Quello di Maduka Okoye è un grande percorso di crescita, che non è ancora giunto al suo culmine. Il portiere, tuttavia, ha di recente dovuto subire un intervento al polso che lo terrà fuori per un po’ di tempo. La fiducia conquistata sino ad ora basterà a riprendersi quel posto da titolare una volta tornato in forma, o il ragazzo dovrà ricominciare da zero e dimostrare sul campo di poter essere il numero uno bianconero?
Pizarro desde Chile
Un altro grande atteso del 2025 è un giovane ragazzo cileno. Sarà il Sanchez Amarcord, sarà la bellezza di vedere il passato e il futuro del club amalgamarsi così bene nel presente, ma Damian Pizarro ha messo grande curiosità in tutto l’ambiente. Il ragazzo non ha ancora avuto occasione di esordire in maglia bianconera, perché anche lui è stato tenuto fuori da qualche fastidio fisico. Acquistato a titolo definitivo dal Colo Colo, è alla sua prima esperienza in quello che è il calcio italiano e il calcio europeo. Una storia che ricorda tanto quella del suo “mentore” e connazionale. Sarà una casualità che questi due si trovino a Udine nello stesso momento?
Qualità cercasi
La qualità della rosa è un qualcosa che non sembra mai abbastanza. Ma non è solo di qualità dei giocatori che si parla quando si discute di un miglioramento nella qualità. L’Udinese deve migliorare in quella che è la mentalità, in quello che è il gioco. Quindi non solo ed esclusivamente qualità della rosa, bensì qualità nel modo di pensare e vedere il calcio a partire dal mister passando per ogni singolo giocatore che metta piede in campo - anche solo per qualche minuto.
Runjaic
Il tecnico tedesco è alla sua prima esperienza in serie A. Si nota che sta ancora tentando di trovare la direzione giusta da intraprendere in questo campionato. Ma si nota anche la voglia di mettersi in gioco ed imparare. Un progetto in fase di sviluppo, questa è l’Udinese di Runjaic. Ma la fiducia sembra arrivare, ed anche in grandi quantità.Anche la società dev’essersi resa conto di questo, e probabilmente vuole assecondare il mister perché ha notato una visione, un modo di lavorare che può portare benefici.
Sarà il VAR?
Si sa che con i se e con i ma si può fare poco. Certo è che l’Udinese ha subito diverse scelte discutibili a livello arbitrale, specie nel corso di questa prima parte di stagione. Scelte arbitrali che probabilmente non avrebbero cambiato nulla o che probabilmente avrebbero potuto portarci ad una situazione punti totalmente diversa ad oggi.
Thauvin
Alti e bassi. Una stagione iniziata alla grande, frenata immediatamente da un infortunio rivelatosi più lungo e grave di quanto potesse sembrare. Nonostante ciò, il francese è sempre in prima linea per dare il massimo in campo. Anche fuori dal campo, comunque, non sono mancate le occasioni per suonare la carica ai compagni e fare sentire tutto il suo sostegno. Pedina fondamentale del reparto d’attacco e della rosa in generale, il talento di Thauvin è indiscusso ed è soprattutto necessario ai bianconeri.
Ultimi minuti
Gli ultimi minuti stanno dimostrando di avere una doppia faccia per il club friulano. I bianconeri, quando scendono in campo con la giusta mentalità, sono capaci di lottare fino in fondo - approfittando di tutti i novanta minuti e ribaltando risultati in zona Cesarini. Quando entrano male in partita, tuttavia, gli ultimi minuti diventano spesso fatali. Sconfitte come quella, ad esempio, di Venezia derivano da un calo di concentrazione che arriva soprattutto nella seconda parte del match. E così si passa da situazioni di vantaggio, a sofferenza e dominio da parte degli altri. L’Udinese dovrà sicuramente migliorare in questo aspetto.
Voglia di vincere
La voglia di lottare dei bianconeri si percepisce. Anche quando i risultati si fanno complicati, l’Udinese spesso e volentieri fa di tutto per rimanere comunque a galla. Questa fame, questa voglia prima o poi ripaga. Ne è un esempio la recente vittoria al Franchi. Data per finita, tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo l’Udinese è riuscita a far scattare qualcosa e a ribaltare la situazione. Questo spirito combattivo non deve mai andare a diminuire, perché sarà fondamentale per il club per raggiungere i suoi obiettivi.
Work in progress
Il progetto Udinese è in evoluzione, in costruzione. Forse pochi ricordano com’era l’Atalanta al momento dell’avvio di uno di quelli che ad oggi è definibile tra i migliori progetti in Italia ed Europa. Ci vorrà tempo, pazienza. Ci saranno successi e delusioni. Ma a Udine hanno bene a mente il progetto bergamasco, e puntano a qualcosa di simile. I margini di miglioramento sono evidenti. L’importante è non abbattersi, anche quando le difficoltà sembreranno troppe.
X-factor
Se c’è qualcosa che negli anni non è mai cambiato è l’amore e la passione dei tifosi friulani. Il fatto che l’Udinese collezioni il maggior numero di successi tra le mura amiche potrebbe non essere casuale. Il pubblico, i tifosi bianconeri sono sempre stati l’arma in più della squadra. Con il loro supporto costante, anche nei momenti più difficili, la squadra ha avuto quella carica in più che l’ha mandata avanti anche quando gli ostacoli sembravano intramontabili.
Youth power
Spulciando tra le date di nascita dei vari giocatori componenti la rosa dei bianconeri si può notare che l’età media non è poi così tanto alta. Questo perché, tolti quei giocatori più anziani utili a portare esperienza in rosa, l’Udinese ha puntato sui giovani. Questo ad ulteriore riprova del fatto che al momento a Udine si sta cercando di portare avanti un progetto caratterizzato dalla continuità e dalla voglia di arrivare in alto.
Zemura
Jordan Zemura è in rosa a Udine da ormai un anno. Sta crescendo, e lo dimostrano anche i numeri. Nella passata stagione, infatti, ha collezionato un solo gol e ha messo all’attivo circa 1035 minuti di gioco. Questa stagione sembra essere più centrale e avere abbastanza fiducia dal mister. Ad ora sono infatti 914 i minuti giocati; un gol all’attivo, due assist. Garantendo solidità e dinamismo sulla fascia sinistra, il classe 99 ha buoni margini di miglioramento e ha le carte in regola per poter diventare una pedina importante per i bianconeri.
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