Il calciomercato (e tutto il carrozzone che lo circonda) è finalmente terminato. Lo ripeto ancora una volta, andava chiuso prima, in concomitanza con l'inizio del campionato. Ha condizionato in maniera pesante queste prime tre giornate, avvantaggiando alcuni, sfavorendo altri. Partenza falsata a causa di troppe voci e trattative. La vera Serie A la vedremo soltanto dopo la sosta.
Che dire, invece, della nostra Udinese? Estate decisamente movimentata per i bianconeri, d'altronde dopo il fallimento totale della passata stagione la rivoluzione era inevitabile. Per ridare slancio ad un ambiente sofferente e demotivato serviva assolutamente una svolta decisa. Tagliare di netto con il passato per dare vita a qualcosa di nuovo.
E così è stato, a partire dalla scelta di salutare (senza troppi onori) Pereyra. Il Tucu resterà nella leggenda e gli va detto un immenso "grazie" per tutto quel che ha fatto in questi anni di militanza in bianconero ma era arrivato il momento per ambo le parti di salutarsi. L'argentino, che andava giustamente in cerca di nuovi stimoli per quelli che saranno i suoi ultimi anni di carriera (ci aveva provato già 12 mesi fa quando scelse di non rinnovare subito il contratto per aspettare la chiamata di una big) non poteva essere il perno del progetto tecnico di Runjaic. Va in cerca di una terza giovinezza ad Atene, gli auguro il meglio.
Via anche un altro titolarissimo come Walace. Discusso, criticato ma per cinque stagioni sempre in campo. Elemento fondamentale per tutti gli allenatori che si sono avvicendati sulla panchina friulana in questi anni, qualcosa vorrà pur dire. La saudade brasiliana ha prevalso, consentendo all'Udinese di intascare anche un bel gruzzoletto. Giusto così, anche Wally era arrivato a fine ciclo e lì nel mezzo serviva un giocatore più dinamico e verticale.
Al suo posto un pretoriano di Runjaic come Karlstrom. Lo svedese è un centrocampista che non balzerà all'occhio ma che ha quelle caratteristiche di equilibratore perfette per il modulo ideato dal tecnico tedesco. Brava la società ad ascoltare finalmente le esigenze del proprio allenatore, soprattutto in un ruolo nevralgico della squadra. Tutto da scoprire, invece, Atta. Classe '03, arrivato dal Metz, una scommessa in perfetto stile Udinese.
A queste due perdite importanti si sono aggiunte le classiche plusvalenze che permettono di avere in conti i regola e di trarre il massimo dal player trading che è alla base del sistema. Quest'estate è stato il turno di Samardzic e Perez, due giocatori di talento che avevano manifestato a più riprese la loro voglia di lasciare Udine.
Resterà sempre il rimpianto di non aver visto Laki esprimere tutto il suo enorme potenziale. A Udine è stato un giocatore a metà: bellissimo in alcune occasioni, apatico in altre. Lo ha preso l'Atalanta, pagandolo il giusto. Potrebbe valere di più? Il talento è cristallino ma, come è stato in passato per Bruno Fernandes, più di così in questo contesto sembrava non poter dare. Il suo entourage, praticamente fin dal principio, ha fatto di tutto per spostarlo, dopo il vergognoso fallimento delle trattativa con l'Inter, questa volta c'è riuscito. Non va in una grandissima, quello della Dea è progetto sportivo fantastico ma per uno che ambiva ai top club mi sembra uno passaggio intermedio. Sarà comunque contento Mladen, il padre-padrone che non gli ha mai permesso di vivere con serenità e giusti stimoli questa sua parentesi in Friuli. Spiace che non abbia lasciato una traccia importante come ci saremmo aspettati e che nonostante un talento nettamente superiore tra qualche anno non ci ricorderemo più di lui per quanto fatto con la maglia dell'Udinese. Vedremo se la cura Gasperini cambierà qualcosa. Al suo posto l'Udinese ha investito su Ekkelenkamp. Bel giocatore, scuola Ajax, anche fuori dal campo un ragazzo per bene. L'olandese ha qualità tecniche di alto livello, arriva a Udine con la giusta voglia di dare una svolta alla propria carriera. Più duttile e propenso al sacrificio rispetto al serbo. Un colpo che a me stuzzica parecchio.
Discorso simile anche per Perez. Voleva andare via a gennaio, con il suo agente che lo aveva accasato senza mezzi termini al Napoli, è rimasto altri sei mesi. Fine corsa, cessione inevitabile. Inutile trattenere chi all'Udinese non ci vuole più stare. Voleva le coppe per riconquistare la maglia albiceleste. Alle giuste cifre l'Udinese lo ha accontentato. L'offerta del Porto, dopo un primo respingimento, era impossibile da rifiutare ma andavano gestite meglio le tempistiche. Non parliamo di un fenomeno ma non puoi perdere Nehuen gli ultimi due giorni di mercato senza avere già in mano un valido sostituto. Questo il vero neo di un mercato fino a quel momento ottimo. Cessione che andava fatta prima, così da avere più tempo per investire su un difensore pronto. Ci siamo presi un rischio, perché l'arrivo sul gong di Touré non ti dà le stesse garanzie. Vedremo, per ora la difesa ne esce indebolita. Vero che Giannetti è partito bene e che presto rientrerà Kristensen ma Perez comunque lascia un vuoto non facile da colmare. Uno sforzo maggiore andava fatto per Finn van Breemen ma per 9 milioni "l'Udinese non prederebbe nemmeno Pelè" (cit.).
Via anche Silvestri, che ripartirà dalla B. Va alla Samp di Sottil, dopo essere stato ad un passo dal Cagliari. Ha messo la firma su due salvezze, lo scorso anno qualcosa si è rotto, soprattutto con la società. Meritava assolutamente una chance da titolare altrove. Al suo posto dentro un giovane emergente come Sava. 11 anni in meno rispetto a Silvestri, arriva dal Cluj. Di lui ne dicono tutti un gran bene, crescerà alle spalle di Okoye, seguito attentamente da una scuola portieri come quella friulana che sa il fatto suo.
Ci siamo liberati di alcuni esuberi, giocatori fuori dal progetto. Runjaic giustamente li ha provati in preparazione, per capire se potevano fare ancora parte dell'Udinese del domani. Niente da fare, la società ha preso atto della scelta del proprio tecnico e ha agito di conseguenza. Ferreira (di rientro) ed Ebosele al Watford, Success svincolato. Per sistemare la corsia di destra è arrivato Rui Modesto. Profilo interessante, un dribblomane anche cui piace puntare sempre l'avversario. Vero che arriva da un calcio minore come quello svedese ma per caratteristiche e potenzialità può sorprendere. Vedremo, come spesso accaduto in passato giocatori così sono indecifrabili: possono spaccare o finire presto nel dimenticatoio.
Passiamo, infine, all'attacco. 13 anni dopo, Alexis Sanchez è tornato, il cileno è l'uomo-copertina di questa sessione di mercato. Rivedere il Nino Maravilla in bianconero è un colpo al cuore e come più volte vi ho spiegato, una volta rientrato dall'infortunio, sarà un giocatore molto utile. Porta mentalità vincente, ambizione, esempio all'interno di un gruppo giovane e che aveva bisogno di un punto di riferimento di questo genere. Ma i colpi "da Udinese" sono quelli legati agli arrivi di Iker Bravo e Damian Pizarro, due degli attaccanti Under 20 più interessanti del panorama internazionale. Bravissimi i Pozzo ad anticipare tutti e portarseli a casa, ne sentiremo parecchio parlare. Non vediamo l'ora di vederli in campo, per il cileno ci vorrà ancora qualche settimana mentre lo spagnolo è già pronto. La loro fame sarà benzina sul fuoco. Tante soluzioni davanti, un bene dopo una stagione passata con il solo Lucca a disposizione.
Voto finale? Vedo in giro tante insufficienza dai colleghi nazionali ma d'altronde quelli non conoscono i giocatori e anno dopo anno rifilano sonore bocciature che il mercato successivo puntualmente smentisce. Gino Pozzo e Gianluca Nani hanno lavorato bene. Per me è il mercato è stato più che buono, con Perez o un difensore di livello sarebbe stato ottimo. 7, di fiducia, perché è stato riportato a casa Sanchez e ci sono tanti giovani futuribili. Il campo soltanto potrà tramutarlo in un 8 o anche più.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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