Andrea Marcon è stato da poco eletto come presidente del Comitato Regionale del CONI Friuli-Venezia Giulia. Già presidente nazionale della Federazione Italiana Baseball e Softball, succede a Giorgio Brandolin, figura che ha guidato il comitato per dodici anni. Marcon ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di TuttoUdinese.
Inizia un nuovo percorso. Ormai le elezioni sono state festeggiate, ora si guarda già al futuro. Da dove si riparte? E quali sono i capisaldi di questo suo programma?
"Si riparte da un livello alto, perché comunque la gestione del CONI in Friuli-Venezia Giulia è sempre stato di alto livello. Giorgio Brandolin ha fatto un gran lavoro negli ultimi 12 anni e chi prima di lui anche. Quindi è un partire più facile. Ci sono tante cose sicuramente da ammodernare. La prima su tutte la comunicazione è la prima in assoluto. La presenza di Michele Antonutti ne è la testimonianza, la sua nomina immediata alla presenza di commissione tecnica è perché noi vogliamo mettere ancora di più tutti gli elementi possibili a disposizione delle federazioni e conseguentemente degli atleti. Il CONI deve essere un punto di riferimento, non facciamo assistenzialismo, ma sicuramente cerchiamo di dare un sostegno reale alle federazioni nelle sfide che ci sono di questi tempi. Dalla riforma dello sport e dal Covid in poi ne abbiamo avute diverse, ci sono anche tanti problemi che i nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno adesso e che magari l'atleta di trent'anni anni fa non aveva. Però sono a capo di un'organizzazione sportiva che può vantare la maggior percentuale di atleti rispetto agli abitanti, vanta risultati sportivi e abbiamo avuto un weekend a riguardo di grandissimo livello. Abbiamo la regione che spende più soldi in tutta Italia per la pratica sportiva, quindi la base di partenza è altissima. La mia felicità nel diventare presidente dello sport Friuli-Venezia Giulia è stata superiore a ogni cosa che ho fatto nella mia vita ed è ancora più alta perché ho vicino a me è uno staff di altissimo livello e sono sicuro che saranno quattro anni impegnativi ma di grandi soddisfazioni".
Tra l'altro nel vostro staff c'è un'altra grandissima atleta come Mara Navarria, anche lei non ha bisogno di presentazioni perché è proprio l'espressione massima dello sport olimpico. Lei come Giulia Rizzi e Jonathan Milan, abbiamo tanti atleti che possono guidare il movimento a 360 gradi portando la loro esperienza e le loro conoscenze.
"Abbiamo anche Matteo Parenzan che è medaglia d'oro paralimpica che noi abbiamo voluto in squadra con noi per creare un ponte fra i due mondi, che sono sempre più uniti per fortuna. Abbiamo una serie di squadre in Serie A nazionale, abbiamo un ventaglio incredibile di offerte. Quello che noi vogliamo fare è mettere tutti in mostra, ma soprattutto riuscire a prendere le esperienze positive e anche negative che hanno tutte le varie discipline, per metterle a disposizione creando un sistema che sia ancora sempre più forte. Io non penso che ci sia nessun altro mondo sportivo, nessun'altra regione d'Italia che possa vantare un panorama come quello che abbiamo noi. Nella nostra regione, che è bellissima ma altrettanto piccola rispetto a tutti gli altri, con così tanti atleti di alto livello che si mettono a disposizione, sarebbe stupido non approfittarne".
Ci sono anche delle problematiche, una su tutte è l'infrastruttura.
"Mi chiedono spesso quale sia la soluzione ma la soluzione in questo momento non c'è, nel senso che noi abbiamo costruito stadi, costruito impianti che adesso hanno 50-60 anni, li abbiamo lasciate lì fermi per 60 anni perché in modo o nell'altro erano sempre buoni da utilizzare: adesso paghiamo il conto tutto assieme. Abbiamo un sistema burocratico a livello nazionale che ti fa diventare matto. Anche lo stadio di Udine ha passato delle grandi difficoltà per arrivare a compimento, nonostante ci fossero degli investimenti, anche di privati, di grandissima importanza. Siamo rimasti indietro a livello europeo, mettere a posto le situazioni in questo momento è più complicato perché sono tante le situazioni da sistemare. Noi, inteso il mondo dello sport in generale, facciamo dei grandi miracoli per ottenere i risultati che abbiamo, pur nelle grandi difficoltà che non sono solo impiantistiche. Abbiamo un sistema scolastico che non recepisce l'importanza dello sport, nonostante si stia facendo molto adesso. Finalmente abbiamo gli insegnanti di educazione fisica nelle elementari che prima non c'erano, però siamo indietro e si fa spesso appello alla volontà della singola persona e del volontario per cercare di sopperire a carenze che purtroppo sono strutturali, derivate da anni di mancato attenzione".
Un altro aspetto è la difficoltà di gestire una società sportiva, cosa che ad oggi ha molti obblighi e ha molti costi. Tante società, non solo del calcio ma di qualsiasi disciplina, fanno molta fatica a restare in piedi tra costi di gestione e sponsorizzazioni che vengono a mancare. Quale può essere la risposta dell’ente più alto dello sport?
“Sicuramente c'è la necessità di un’ulteriore professionalizzazione della figura del dobbiamo starci più vicino. Noi dobbiamo dare supporto in questa cosa, far comprendere che all'interno di questa riforma ci sono degli aspetti che possono dare delle cose positive. Noi nel nostro programma, ed è una cosa che faremo subito, abbiamo già previsto i corsi per i dirigenti e abbiamo previsto un corso speciale per persone under 35 che vogliono avvicinarsi al ruolo del dirigente, perché c'è bisogno di forze fresche. Abbiamo un grandissimo rispetto e ringraziamo tutti i nostri dirigenti storici, il corso del tempo però ci porta a pensare di rinnovare anche quella figura. Noi dobbiamo essere bravi a cogliere quest'occasione per far vedere poi quelle che sono le grandi eccellenze”.
Ora tra l'altro riparte la stagione del baseball, una stagione in cui il Friuli vuole continuare a essere protagonista.
"Certo, abbiamo tre squadre nella Serie A maschile, tre squadre nella seconda serie femminile, siamo terra di baseball e di softball, ma siamo terra di tante discipline. Ho tentato di fare un riepilogo di tutto quello che si fa in Friuli-Venezia Giulia, dagli eventi alle varie discipline sportive: mi sono arreso perché ci vuole un computer, non basta la semplice agenda. La cosa bella è che abbiamo un popolo che è portato a lavorare per il meglio. Poterne essere la guida e portare avanti anche l'esempio in tal senso, credo possa essere assolutamente importante".
Qual è il rapporto con il CONI nazionale e quale ruolo vuole ritagliarsi il Friuli all'interno dello scacchiere italiano?
"Il rapporto mio personale con gli altri presidenti a Roma e con il sistema a Roma è consolidato da otto anni di consiglio nazionale CONI. A livello sportivo, l’attenzione verso la nostra regione è cresciuta tantissimo, il lavoro anche di Giorgio Brandolin è stato meraviglioso. Ogni tanto dovremmo renderci conto di una cosa e parlo della città di Udine, che adesso vanta una squadra in Serie A da 31 anni e una squadra in Serie A di basket, che è tornata e che ha una lunghissima tradizione. Siamo una città di 98.000 persone. Ogni tanto quando ci arrabbiamo perché non arriva il risultato che vogliamo o non arriva con la velocità che vorremmo, dobbiamo renderci conto che veniamo da un contesto che è differente dalle grandi città".
La riforma dello sport ha creato tanti problemi, facendo soffrire molte piccole realtà.
"Tutte le rivoluzioni spaventano. Sono state brave le federazioni a mettere le società nelle migliori condizioni per affrontare questa riforma. Io non ho i poteri per cancellarla, cerco di cogliere i lati positivi perché ci sono. Chi faceva sport nell'ottica di fare sport non subirà sconvolgimenti, chi approfittava di determinate situazioni avrà qualche problema in più. Noi dobbiamo stare vicino alle società e alle federazioni".
Qual è il miglior pregio di Michele Antonutti?
"È schietto e sincero, se una cosa non gli piace me lo dice e se gli piace ci mette il cuore. È quello che fa vedere, nient'altro. Mette poi la squadra davanti a tutto, ci chiamiamo a qualsiasi ora della notte. Ci mette un grande impegno e una grandissima collaborazione".
Il Friuli-Venezia Giulia è terra di confine. Anche lo sport ha questo ruolo di allargare la visione anche oltre il confine.
"Abbiamo tante possibilità che questa vicinanza ci può regalare. Siamo in tutti i sensi il partito dell'inclusione, vogliamo che tutti facciano sport nelle migliori condizioni possibili e ogni cosa che possiamo fare per migliorare questo status noi la faremo".
Che rapporto c'è con il mondo della politica?
"Tutta la politica, da destra a sinistra, si è messa a disposizione per il bene, nessuno ha tentato di prevaricare in questo senso. Una regione come questa non può non avere rapporti con la politica e io posso vantarmi di non avere problemi con nessuno in questo senso, perché abbiamo sempre parlato di sport senza metterci in mezzo altre cose".
Qual è la vostra grande sfida?
"Creare un sistema condiviso, che permetta a tecnici e atleti di essere nelle condizioni di rendere al meglio. Dobbiamo mettere lo sport anche a sostegno della società. Vent'anni fa non si sentiva parlare di disturbi alimentari o d'ansia, mental coach o rapporti con i social media, erano cose che non venivano curate. Ora ne abbiamo assunta l'importanza. Infine, tramite i grandi eventi, contribuire all'immagine del Friuli-Venezia Giulia nel mondo".
Il suo sogno nel cassetto da presidente?
"Il mio sogno l'ho realizzato sabato mattina. Sentivo l'esigenza di provare a restituire qualcosa alla mia gente. Nel cassetto c'è quello di sedermi a un tavolo, tra quattro anni, con il mio staff e dire di aver fatto qualcosa di bello per lo staff regionale".
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