L'Udinese ha finalmente esordito in Serie A e la stagione può veramente dirsi iniziata. I bianconeri hanno ottenuto il massimo da un'ostica trasferta sul campo del Dall'Ara. Con il Bologna è finita 1-1, un risultato molto più dolce per i friulani che per i padroni di casa. Agli emiliani il demerito di non essere riusciti a sfruttare le occasioni create, agli ospiti quello di aver tenuto altissima l'intensità e di esser stati caparbi nell'inseguire immediatamente il pari dopo essere andati sotto.

Nonostante qualche sprazzo di bel calcio, proposto soprattutto dalla squadra di Vincenzo Italiano, è parso evidente che entrambe le squadre siano ancora alle prese con le lezioni dei propri allenatori. Il Bologna ha salutato Thiago Motta, che aveva lasciato un solco importante nella squadra. Inoltre i rossoblù devono fare a meno di Joshua Zirkzee e di Riccardo Calafiori, ceduti durante il mercato, oltre che del lungodegente Lewis Ferguson, fermo causa rottura del legamento crociato. L'Udinese deve invece uscire dal bozzo e completare la metamorfosi in squadra propositiva, dopo essere stata a lungo una realtà prettamente difensiva, a immagine e somiglianza dei propri allenatori. 

Kosta Runjaic ha già apportato delle modifiche evidenti al modo di stare in campo dei bianconeri. Innanzitutto il pressing molto alto, soprattutto in fase di riaggressione dopo aver perso palla. Un elemento cardine del suo gioco che ha dato buoni risultati: il Bologna ha rischiato spesso in uscita, perdendo diversi palloni a centrocampo. Un'altra rivoluzione è attesa però in casa Udinese: la costruzione di uno stile di gioco basato sul controllo del possesso palla. Finora questa battaglia è stata più dura delle altre e i bianconeri si rifugiano ancora molto spesso nel lancio lungo, un retaggio del passato fatto di palloni diretti e ripartenze. Non è però solo questo a rallentare la crescita dei friulani. Runjaic infatti deve ancora trovare gli interpreti giusti per il proprio stile di gioco. L'esperimento Lovric-Payero non sta pagando i dividendi sperati: il pitbull argentino è un ottimo interditore, ma in fase di creazione di gioco non è particolarmente affidabile e lo stesso si può dire dello sloveno, più abile nel lanciarsi nello spazio che nel creare gioco. Da qui le tante palle perse dal nativo di Lienz.

La soluzione potrebbe essere arrivata dal mercato e porta il nome di Jesper Karlstrom. Lo svedese è l'unico vero mediano a disposizione di Runjaic e le sue caratteristiche sono particolarmente adatte allo stile del tecnico. Oltre a un fisico imponente e a delle buone letture difensive, il nuovo acquisto porta in dote un'ottima tecnica anche sotto pressione, elemento fondamentale per giocare in quella porzione di campo. Contro Avellino e Bologna non ha avuto molti minuti a disposizione, ma i tifosi hanno avuto modo di vedere sprazzi del suo modo di stare in campo. Ordine e personalità sono le parole chiave, due elementi preziosissimi per un centrocampo che deve trovare nuove certezze come quello bianconero. Nelle prossime settimane gradualmente potremmo vedere sempre più Karlstrom in campo, con Lovric utilizzato a gara in corso per aggiungere un incursore allo scacchiere bianconero. Lo sloveno infatti ad oggi è parso meno in forma di Payero, che a una buona lettura dei tempi di inserimento unisce anche una maggior presenza difensiva e sembra più avanti nelle gerarchie.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 19 agosto 2024 alle 20:50
Autore: Gabriele Foschiatti
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