E’ notizia della giornata di ieri che l’Italia ha reso ufficiale la sua candidatura per ospitare gli Europei del 2032. La decisione della UEFA verrà presa soltanto nel mese di Ottobre, perciò resta ancora del tempo per capire quale sarà il futuro in questo senso.
Ciò che sicuramente colpisce è la scelta di quelle che sarebbero le città che andrebbero ad ospitare l’evento, più precisamente per quanto riguarda la scelta degli Stadi: Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari. Come possiamo vedere, tra gli stadi prescelti manca uno dei più moderni e belli stadi d’Italia, nonché gioiello dell’Udinese: la Dacia Arena (o per chi preferisce il romanticismo, lo stadio “Friuli”). Una scelta dettata principalmente da un criterio imposto dalla UEFA: la capienza minima richiesta per un evento di questo tipo. Si, perché per poter ospitare un Europeo da normative UEFA uno stadio deve disporre di almeno 30 mila posti. L’impianto udinese invece ne conta “solo” 25 mila, non rientrando quindi nelle linee guida ma creando di fatto un paradosso importante in un Paese dove la questione Stadi tiene ormai banco da tanto, troppo tempo. Stadi come quelli di Verona, Bari e (perché no) anche di Napoli avranno bisogno di una degna riqualificazione, essendo fermi a strutture ormai non troppo al passo con i tempi. La designazione di Cagliari è stata fatta su un modello ipotetico, un progetto in fase avanzata ma che deve essere ancora quasi completamente realizzato. Tra i dieci stadi candidati, solo San Siro, l’Allianz Stadium, l’Olimpico di Roma e il Franchi sembrano convincere a pieni voti. Per le restanti strutture invece, ci sarebbe molto lavoro da fare per permettere a questi stadi di ammodernarsi, visto che in molti dei casi, l’ultima ristrutturazione risale ancora agli anni ’90, per i mondiali italiani.
Nove anni sono tanti e in questo arco di tempo tutto è plausibilmente realizzabile, ma resta il fatto che uno stadio moderno, di ultima generazione e di fatto uno dei migliori impianti in tutta Italia come quello di Udine resti fuori da questa lista per la mancanza di cinque mila posti a sedere. Uno stadio pronto e completo, che in queste ultime stagioni ha incontrato di fatto l’approvazione di tutti gli addetti ai lavori, a differenza di gran parte degli stadi sopracitati, ancora fermi a 30 anni fa. Forse la società doveva pensare prima a questo aspetto per rendere la casa bianconera agibile ad ospitare anche questo tipo di eventi? Forse si, ma di certo anche la UEFA e la Federazione stessa, non dovrebbero basarsi soltanto sulla capienza minima di un impianto, ma guardare i vari aspetti che lo caratterizzano a 360 gradi. Magari il “Friuli” non offrirà 30 mila posti, ma sicuramente offre in questo momento un’esperienza al tifoso e al pubblico che pochi stadi possono vantare.
“Abbiamo immaginato l’Italia e il calcio europeo fra 10 anni, nella consapevolezza che il lascito positivo di un evento del genere moltiplichi straordinarie opportunità per l’intera nazione”, ha dichiarato così il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Un pensiero senza dubbio ottimistico e che prima o poi andava fatto. Oggi come oggi però è lecito mantenere dei dubbi, visto che l’avanzamento nel percorso di modernizzazione per quanto riguarda gli stadi lascia ancora a desiderare. Basti pensare alla questione San Siro, con il progetto per il nuovo stadio di Milano varato nel 2019 e con un nulla di fatto fino a questo momento, nonostante siano passati già quattro anni. Il futuro quindi sarà tutto da scrivere: la decisione che la UEFA prenderà ad Ottobre rivelerà la via da seguire, nonostante più di qualche rammarico nel non vedere Udine tra le città di questa importante candidatura.
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