Kingsley Ehizibue è ritornato in Olanda per trascorrere le sue vacanze in attesa dell'inizio della nuova stagione. Il giocatore dell'Udinese ha rilasciato un'intervista ai microfoni del media olandese De Swollenaer in cui ha parlato della preparazione estiva con i bianconeri: “Inizieremo mercoledì e andremo anche in Austria per un lungo ritiro. Quella preparazione è davvero dura. Cammina molto, allenati in palestra. Davvero molto fisico”.

Il numero 19 dei friulani ha anche raccontato la sua personale esperienza con l'ex allenatore Fabio Cannavaro. “Era un grande difensore e pensavo che fosse bravissimo anche come allenatore perché pensava sempre due passi avanti e ci impediva di retrocedere. L'Udinese vuole diventare un club stabile ai massimi livelli italiani", ricorda il giocatore.

A Udine si è cimentato anche in un nuovo ruolo, quello di esterno a tutta fascia nel 3-5-2 di stampo udinese. Una posizione insolita alla quale si è dovuto abituare fin da subito. “A Colonia giocavamo 4-3-3, qui 3-5-2, ma il mio ruolo è lo stesso. Devo coprire tutto il lato destro con la mia velocità. In Italia il calcio è davvero un gioco molto tattico, per questo a volte risulta noioso. Fuori dal campo la vita dura tantissimo qui, si vive di più, per così dire. Mangi molto tardi e ho imparato presto a prendere tutto con calma e ad apprezzare ogni giorno. Considero ogni giorno una benedizione”, ha sottolineato Kingsley.

Il difensore ha ricordato poi quale è stato il momento più difficile della sua carriera; l'infortunio contro il Napoli dello scorso 4 maggio 2023. “Era la partita di campionato contro il Napoli. Ho saltato e in aria ho ricevuto una spinta. Nel momento in cui sono arrivato a terra mi faceva male il ginocchio. All'inizio non era poi così male, pensai, ma la mattina dopo non riuscivo a piegare il ginocchio. Solo che non avevo idea di cosa fosse, perché non conoscevo quella sensazione". ha spiegato Ehizibue.

In conclusione, il calciatore bianconero non ha nascosto le difficoltà legate alla vita fuori dal campo: “Guadagniamo bene, ma ci sono anche lati brutti. Paghi anche un prezzo per questo. Devi sempre esibirti, i tifosi si aspettano tanto da te e c'è anche il razzismo, anche se ne ho sofferto anche in Olanda e Germania, soprattutto sui social media. E se quel limite fosse davvero raggiunto, allora risponderei. Sicuramente durante quel periodo di infortunio ho avuto l’idea di essere in punta di piedi e in quel periodo ho pensato molto, parlato e imparato a vivere giorno per giorno. Mi affido alla corsa, alla mia velocità, ma c'è gente che non riesce nemmeno a camminare, sai? Sono grato per questo. Ho un mental coach da anni. L’avevo già avuto al PEC Zwolle. Per me è davvero uno sbocco”.
 

Sezione: Notizie / Data: Mer 03 luglio 2024 alle 13:10
Autore: Giorgia De Marchi
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