Essere il capitano della propria squadra del cuore e il simbolo per la propria città è un onore e una responsabilità che va ben oltre il semplice ruolo di giocatore. Michele Antonutti per Udine non è stato solo un leader in campo, ma ha rappresentato un punto di riferimento per tutto il popolo bianconero che in lui si riconosceva.

Con il suo carisma e il suo talento è andato ben oltre le quattro linee del campo da basket, riuscendo ad ispirare e a coinvolgere praticamente tre generazioni di tifosi. Dopo 158 partite e 1455 punti il “Cigno di Colloredo” ha chiuso la sua parentesi con l'Apu. Esempio di determinazione, dedizione, attaccamento lascia un'impronta indelebile sulla pallacanestro friulana.

"È stata una grandissima storia d'amore partita con i colori arancioni della Snaidero e conclusa con quelli bianconeri dell'Apu" - racconta il classe 1986 ai nostri microfoni - "13 anni di infinite emozioni. Tante presenze, il record di punti. Penso di aver lasciato qualcosa di importante a questa società. Questi colori li porterò con me per sempre nel cuore".

Unico rammarico, forse, non essere riuscito a riportare Udine in A1: "Il mio sogno era far sì che l'Apu tornasse a competere ad alti livelli e posso dire di averlo realizzato. Quando sono tornato l'Apu non era mai riuscita a passare il primo turno di playoff. Me ne vado oggi con una Coppa Italia in bacheca, due finali promozione giocate e tante altre vittorie. È stato un percorso emozionante per me e per tutti i tifosi. Spero che Udine possa centrare al più presto il suo obiettivo, se lo merita per il progetto importante che è stato messo in piedi in questi anni. Mi sarebbe piaciuto riuscire a coronare questo sogno da capitano, un po' di rammarico ancora c'è soprattutto per la finale persa con Verona ma allo stesso tempo sono felice di aver dato dal primo all'ultimi giorno tutto me stesso per questi colori".

Tanti i ricordi che il capitano si porterà con sé per sempre: "L'esordio in A1 a 16 anni con la Snaidero. Quanto entrai in campo mi tremavano le gambe. Il mio ritorno al Carnera con l'Apu poi è stato altrettanto emozionante. Prima di giocatore sono sempre stato un tifoso di Udine".

Cosa gli riserverà il futuro? La passione per la palla a spicchi è ancora tanta: "Fisicamente mi sento bene, c'è sempre quella fiammella che arde dentro di me. Devo capire quanta è ancora la voglia di continuare a calcare il parquet e cosa la pallacanestro può offrire ad un giocatore di 37 anni. L'Apu mi ha fatto fatto una proposta importante, diventare ambasciatore del club con i giovani, tessere le relazioni con gli sponsor e promuovere il marchio bianconero in tutta Italia. Darò priorità a questo progetto, con il presidente Pedone e con la dirigenza stiamo facendo alcune valutazioni. Sinceramente mi auguro che si possa chiudere questo accordo. Quello con Udine è un legame indissolubile, spero di essere anche in futuro una risorsa per la mia città".

Diverse comunque le offerte ricevute da altre squadre di A2: "Sono rimasto sorpreso, lo ammetto. Ricevere questi attestati di stima da parte di altri club fa piacere, vuol dire che qualcosa di buono l'ho fatto. Non posso negare che la tentazione di giocare ancora un anno sia tanta ma la mia priorità al momento è l'Apu".

Nel frattempo in Cigno si dedica ai suoi ragazzi dell'All Star Basketball Camp: "Essere fonte di ispirazione per i giovani giocatori è una cosa a cui tengo molto. Voglio trasmettergli la mia passione, l'impegno e la determinazione che mi hanno portato in alto nel corso della mia carriera. Questi ragazzi mi piacerebbe che sognino di un giorno di poter indossare la stessa maglia e rappresentare la propria città con orgoglio come ho fatto io in tutti questi anni".

Sezione: Esclusive / Data: Mer 12 luglio 2023 alle 06:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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