Torna a parlare Fabio Cannavaro e lo fa alla Gazzetta dello Sport. Il tecnico, reduce dalla salvezza ottenuta con l'Udinese all'ultimo respiro, ha commentato la sua mancata riconferma in bianconero: Non lo so. Non c’è una regola nel calcio. Soffrono anche i grandi: Mou, Allegri, Sarri. C’è più concorrenza, e se uno pensa di stare fermo anni, come una volta, e poi riproporre le stesse idee, è finito. Deve studiare sempre. Ma non c’è sempre una logica. Sapevo di avere sei partite e mi sono gettato nel fuoco. Tanti non vedevano l’ora che andasse male, adesso tanti si chiedono come mai non sia ancora lì. Sono scelte. L’Udinese ben preparata sarebbe da 10°/12°posto e valorizzerebbe tre o quattro talenti all’anno. Ma io sono una testone, ho detto no all’estero".

Poi sull'idea di calcio che avrebbe partendo dall'inizio su una panchina:
"Mi piace comandare, essere aggressivo, ma sono i giocatori a permetterti o meno certe situazioni. Oggi ce ne sono troppi che eseguono, ma non pensano: abbiamo perso la fantasia e si vede a tutti i livelli, Nazionale compresa. Il calcio è movimento, devi pensare alle variazioni, è spazio-tempo: Sacchi lo diceva e pensavano parlasse di geografia..."

Sezione: Gli ex / Data: Mar 16 luglio 2024 alle 14:30
Autore: Davide Marchiol
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