L’Udinese di questa stagione ha un potenziale offensivo come mai negli anni precedenti, ma sembra bloccata in una mentalità che non riesce a sfruttare appieno le proprie risorse. Il "solito" 3-5-1-1, adottato da mister Runjaic per cercare maggiore solidità, ancora una volta non ha prodotto i risultati sperati: i gol subiti restano tanti, mentre il reparto offensivo è spesso sacrificato. È tempo di cambiare. È tempo di osare.

Basta dare un’occhiata alla rosa per rendersi conto della qualità offensiva di questa squadra. Thauvin, Lucca, Davis, Sanchez, Iker Bravo, Pizarro, Brenner e ora anche Pafundi compongono un reparto che molte squadre in Serie A possono solo invidiare. Eppure, nonostante questo arsenale, l’Udinese continua a scendere in campo con un sistema che limita il potenziale offensivo. Tenere in panchina giocatori di questa qualità, o relegarli a pochi minuti a gara in corso, è uno spreco che rischia di costare caro.

Il ritorno di Sanchez, l’elemento chiave. Il Nino, dopo aver recuperato dall’infortunio, ha già dimostrato di poter essere un fattore. Il cileno, con la sua esperienza e classe, non accetterà a lungo un ruolo marginale. Runjaic deve trovare il modo di inserirlo stabilmente nell’undici titolare, magari in un tridente che potrebbe diventare il vero marchio di fabbrica di questa Udinese. Avere un attacco composto da Sanchez, Thauvin e Lucca (o Davis) non solo valorizzerebbe il potenziale della squadra, ma darebbe anche una nuova dimensione offensiva in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa.

C’è poi il capitolo Simone Pafundi. Il giovane talento ha bisogno di spazio per crescere e mostrare la sua qualità. Schierato sulla trequarti in un modulo più offensivo, potrebbe esprimere al meglio il suo talento palla al piede, senza essere sacrificato come mezz’ala in un sistema che rischia di bruciarlo. Lasciarlo ai margini rischierebbe di rallentare ulteriormente il suo percorso di crescita, con il pericolo di vederlo esplodere altrove.

Con un attacco che rappresenta il vero punto di forza della squadra, continuare a puntare su un modulo conservativo come nelle gestioni Gotti e Sottil non ha alcun senso. Il 3-4-2-1, visto ad inizio stagione, resta la soluzione più equilibrata e accattivante: dà solidità senza rinunciare alla spinta offensiva. La sfida per Runjaic è chiara: trovare il coraggio di osare, rompere gli schemi conservativi e trasformare questa Udinese in una squadra che non solo compete, ma diverte. 

Il girone di ritorno può essere l’occasione per un cambio di marcia. Con la giusta impostazione tattica e un utilizzo più razionale delle risorse, l’Udinese ha le carte in regola per togliersi grandi soddisfazioni. Ma tutto dipenderà dalla capacità di Runjaic di adattarsi, innovare e sfruttare appieno il potenziale offensivo che ha a disposizione. Perché, a volte, il coraggio è la chiave per raggiungere nuovi traguardi.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 02 gennaio 2025 alle 12:15
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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