Dopo anni l'Udinese ha finalmente riaperto le porte del proprio centro sportivo ai tifosi e ha fatto bingo. Scelta azzeccatissima, alla faccia dei tanti criticoni a prescindere che anche in questo tipo di iniziative ci hanno visto qualcosa di male.
Il primo allenamento a porte aperte ha visto una partecipazione straordinaria dei tifosi bianconeri, accorsi in massa per dimostrare il proprio affetto e attaccamento alla squadra. Una presenza che è andata oltre ogni aspettativa e che conferma - qualora ce ne fosse bisogno - il legame viscerale che c'è tra l'Udinese e la sua gente.
Ci siamo e ci saremo, nonostante una stagione amara e una salvezza strappata all'ultima giornata. Perché la maglia viene prima di tutto, perché questi colori noi li amiamo a prescindere. Questo il messaggio chiaro ed evidente di una piazza che ancora una volta ha risposto "presente".
Ieri è stata una festa del calcio, un inizio emozionante per il campionato che verrà. Il bordocampo, nonostante il gran caldo, si riempito di tifosi di tutte le età, parecchi dei quali vestiti con i colori bianconeri e pronti a sostenere la loro squadra del cuore ancora una volta. Famiglie intere, bambini entusiasti e appassionati di lunga data si sono radunati per assistere all'allenamento, trasformando un semplice pomeriggio di sport in una vera e propria manifestazione di amore per l'Udinese.
Vedere tantissimi bambini felici è qualcosa che riempie il cuore. Bellissimo vederli rincorrere i propri beniamini per strappare un "cinque", per assicurarsi un selfie, per portare a casa un autografo. La loro felicità è impagabile. Il calcio è gli appartiene e questa passione va assolutamente alimentata. Per un bambino sono momenti incredibili, che ti rimangono dentro per sempre. Come a me sono rimasti dentro i ritiri ad Imponzo e a Tarvisio, bomber Muzzi con i calzoncini arrotolati che mi firma il cappellino, Giannichedda che mi abbraccia tutto sudato. Ricordi che porto nel cuore anche oggi che sono ormai grandicello.
Ieri è stato, invece, il momento di Kosta Runjaic, accolto con grande entusiasmo dai presenti. Il mister, consapevole dell'importanza del legame tra squadra e tifosi, ha voluto ringraziare personalmente il pubblico per la calorosa accoglienza. Sciarpa della Nord al collo, si è reso disponibile a foto, autografi, senza filtri, senza barriere, senza quella puzza sotto al naso che molti in questo ambiente del calcio hanno. "Sono qui per voi" ha detto. Ho apprezzato la sua umanità.
E così hanno fatto anche i giocatori e i membri dello staff, con Okoye, Thauvin e Inler letteralmente presi d'assalto fino al triplice fischio del tecnico tedesco che ha chiuso le danze. Tutta la squadra, galvanizzata dall'affetto del pubblico, ha mostrato grande impegno durante l'allenamento. Tutti i giocatori hanno avuto l'opportunità di mettersi in mostra, ricevendo applausi e incoraggiamenti ad ogni azione positiva.
Questo bagno di folla non deve essere soltanto un evento isolato, ma un chiaro segnale di fiducia e speranza per il futuro. Il tifo, lo ribadisco per la milionesima volta, è un elemento chiave per il successo di una stagione. In un campionato lungo e difficile come la Serie A, il supporto del pubblico può fare (come lo ha fatto la scorsa) la differenza nei momenti critici
Se l'Udinese punta a migliorare i risultati delle passate stagioni deve farlo anche assieme ai suoi tifosi. Eventi come quello di ieri permettono di instaurare un legame ancora più profondo tra squadra e tifoseria, un fattore che potrebbe sicuramente si rivelerà determinante nel raggiungimento degli obiettivi stagionali.
La nuova avventura è iniziata con il piede giusto. Se il buongiorno si vede dal mattino...
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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