Ok, tutto molto bello. L'intervista a Gino Pozzo che non parlava da tempo, la chiarezza e la disponibilità di Nani e Inler, il primo allenamento a porte aperte dopo anni di teloni e giocatori nascosti a tutti con tanti bambini in festa, la campagna abbonamenti formato famiglia che conferma prezzi tra i più bassi in assoluto, le nuove maglie con il richiamo diretto agli anni d'oro di Zaccheroni e Bierhoff e quel 30 e lode sul colletto a certificare la nostra storia.

Che qualcosa stia cambiando all'interno dell'Udinese è evidente. Questo atteggiamento tifoso-friendly, che rimette al centro del progetto prima di tutto le persone che amano questi colori è qualcosa di davvero apprezzabile. Da questo punto di vista si è ripariti nella maniera migliore possibile.

Ma la squadra?

Siamo al 17 luglio, meno di un mese ci separa al debutto ufficiale in Coppa Italia e ancora sono troppi i dubbi riguardo all'Udinese che verrà. Dopo l'addio di Pereyra e Walace (a fine ciclo dirà qualcuno ma pur sempre due pilastri), con Deulofeu ancora out, rischiamo di perdere anche Samardzic (il Milan sembra voler fare davvero sul serio) e Bijol (lo sloveno ha tanto mercato dopo l'ottimo Europeo disputato con la sua Slovenia).

Gli innesti di Pizarro e quello sempre più probabile di Bravo (due giovani fortissimi, di talento, due colpi in vero stile Udinese) da soli non possono bastare a colmare quelle lacune che la passata stagione ha evidenziato. Dal test contro il modestissimo Bilje (calcio d'estate sia chiaro che lascia il tempo che trova) è emersa la necessità di investire su almeno due reparti: le fasce (dove Ebosele, Zemura, Ehizibue e Kamara continuano a non dare grosse garanzie); il centrocampo (dove occorre un costruttore per attuare quel calcio che Runjaic ha in mente). 

Continuo a sperare nell'arrivo di Sanchez. L'Udinese si è esposta, se non ci fosse qualcosa di concreto alle spalle non lo avrebbe mai fatto. Il cileno però dovrebbe rappresentare più la ciliegina sulla torta di un progetto tecnico rinnovato dalle basi che la risoluzione a tutti i nostri problemi. È un campionissimo, può portare la sua mentalità vincente e farti fare un salto di qualità vero e proprio ma ci sono anche altre esigenze che non puoi assolutamente sottovalutare. Il regista e gli esterni, come detto, ed anche la difesa qualora dovessimo perdere un perno come Jaka.

Attendiamo. Io resto fiducioso perché noto la volontà di far nascere qualcosa di nuovo, in netta discontinuità con il recente passato. Ma il tempo scorre e bisogna affrettare il passo. Servono al più presto certezze anche nella costruzione della rosa che affronterà il campionato con l'ambizione di raggiungere con ampio margine la salvezza. Serve dare a Runjaic gli uomini giusti e soprattutto il tempo per lavorare in campo, altrimenti il rischio è quello di venire inghiottiti da una calendario fitto e che non lascia spazio ad appelli. I propositi sono più che buono ma da soli non bastano. Se cambiamento deve essere lo sia fino in fondo. 

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 17 luglio 2024 alle 16:17
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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