L'Udinese ha chiuso con una vittoria la seconda amichevole della sua fase di preparazione. Allo "Stadio Comunale" di Codroipo i bianconeri si sono imposti per 4-1 sull'Nk Istra, squadra militante nella massima lega croata. Il risultato è utile soprattutto per il morale, visto il modesto valore dell'avversario e soprattutto il periodo dell'anno. Più interessanti invece alcuni spunti emersi durante i 90 minuti.

Kosta Runjaic ha schierato la sua Udinese con lo stesso modulo visto al Bearzot contro il ND Bilje: 3-4-2-1. Sono cambiati alcuni degli interpreti: difesa inedita con Guessand, Giannetti e Ferreira, mediana con Quina e non Zarraga al fianco di Payero.

Nella prima frazione di gioco l'Udinese ha giocato bene. Rispetto alla gara di Gorizia i bianconeri hanno trovato un avversario più tosto, che si è fatto sentire soprattutto sul piano fisico. In fase di costruzione i bianconeri hanno sofferto un po', affidandosi spesso all'estro di Thauvin. Il francese è sembrato il più in forma e il suo tasso tecnico stellare è stato la vera marcia in più della squadra friulana. Dai suoi piedi sono nate tutte le principali iniziative, dagli uno-due con Ehizibue (l'esterno che giocava sulla sua fascia) ai cambi gioco per Zemura e Brenner. Proprio da un cross del Campione del Mondo è nata la rete dell'1-0, realizzata dal brasiliano con una precisa girata di testa.

Fare affidamento sul proprio fuoriclasse non è atteggiamento da biasimare. L'impressione però è che per il momento l'Udinese sia troppo Thauvin-dipendente. Quando il francese era schermato o semplicemente non veniva coinvolto in fase di impostazione la squadra di Runjaic faticava tantissimo a costruire gioco. Il grande caldo di certo non aiutava le due squadre a tenere un ritmo alto e a mettere in moto le combinazioni offensive, ma è apparso evidente che oltre al semplice giro palla in orizzontale i bianconeri non riuscissero ad andare.

Lucca si è mosso bene, facendo spesso da sponda per innescare i centrocampisti, ma Brenner sulla trequarti appare spaesato e la mediana Quina-Payero pecca un po' sul piano tecnico. La prestazione dei due centrocampisti è stata comunque positiva: l'argentino è stato molto propositivo, segno che il nuovo tecnico bianconero probabilmente punterà su di lui come incursore, mentre il portoghese si è dimostrato uno schermo molto dinamico. 

Il vero tasto dolente del primo tempo bianconero è stata la dormita generale sul gol subito. Una squadra di Serie A non può farsi mettere in difficoltà da un lancio di 50 metri partito dalla difesa. Il principale indagato è Joao Ferreira, reo di essersi fatto sorprendere dal pur rapido Filet. Il numero 75 ha battuto il difensore nel duello corpo a corpo e si è infilato all'interno, riuscendo a crossare per l'accorrente Fago, tutto solo al centro dell'area. Anche Guessand ha qualche responsabilità, in questo senso, ma se il portoghese fosse stato più attento non ci sarebbe stato alcun problema.

Il gol subito ha dato una scossa alla squadra che si è subito riportata avanti sempre grazie ad un'altra invenzione di Thauvin (autore peraltro del gol del 3-1 nel finale di tempo). Il contropiede ha colto impreparata la retroguardia croata, tagliata a metà dal filtrante del numero 10. Il pallone è arrivato così a Lucca, che dopo lo stop a seguire ha scelto un pallonetto morbidissimo per battere il portiere. Un grande gol. In attesa di capire come tornerà Davis e in che posizione Runjaic vede Pizarro, Lucca continua a mettere minuti nelle gambe e si candida a ripartire come centravanti di riferimento. Rimasto in campo anche per il primo quarto d'ora della ripresa, giusto il tempo di firmare la doppietta sull'assist di Pejicic, l'italiano è stato molto prezioso anche in costruzione

Nel secondo tempo con Thauvin in panchina l'Udinese ha faticato tantissimo in fase di costruzione. Zarraga, affiancato dai muscoli di Abankwah, non ha brillato. Anche Padelli, subentrato nei secondi 45 minuti, si è trovato spesso in difficoltà, ricorrendo al lancio lungo per evitare guai. Finché Lucca è rimasto in campo tutto sommato i bianconeri se la sono cavata, appoggiandosi a lui per innescare Success e Pejicic, ma quando al suo posto è entrato il giovane Barbaro le cose si sono fatte ancor più complicate. Lo stesso Success, uno dei giocatori offensivi più di manovra, non è stato efficace, risultando anzi spesso più lezioso che utile.

E' evidente che a questa squadra serva un centrocampista di manovra. Un regista vero, capace di dettare i ritmi sgravando Thauvin dal doversi abbassare troppo. Zarraga al momento non ha convinto, complice anche la condizione che è tutta da costruire. Payero non è un palleggiatore, ma tra le linee si fa valere e potrebbe essere l'incursore giusto da affiancare al playmaker della squadra, visto anche il suo grande agonismo in difesa. 

Anche il pacchetto esterni va puntellato. A sinistra Kamara e Zemura tutto sommato hanno fatto il loro, ma sulla destra l'Udinese ha urgente bisogno di correre ai ripari. Ehizibue ed Ebosele tecnicamente non danno grosse garanzie e non bastano le potenziali sul piano fisico a colmare questa lacuna. Se Runjaic vuole giocare un calcio più propositivo sono necessari esterni che puntano l'uomo, che sanno arrivare sul fondo e crossare.

Da monitorare poi il pacchetto arretrato. Se Bijol e Perez dovessero restare allora tutto sommato non ci sarebbero grandi problemi. Se però il mercato dovesse portare lontano da Udine uno dei due o entrambi allora bisognerebbe correre ai ripari. Ferreira per l'ennesima volta è apparso distratto. Kabasele e Benkovic sono troppo statici (e i carichi di lavoro c'entrano fino a un certo punto), Palma è un giovane di prospettiva ma non può essere il primo cambio di questa squadra. 

Gino Pozzo ieri era allo stadio con i tifosi. C'è ancora molto tempo per andare sul mercato e rinforzare questa squadra, così da dare a Runjaic le pedine giuste su cui fondare il proprio gioco. Ora la squadra partirà per il ritiro in Austra, da cui arriveranno test più probanti e indicazioni più chiare. E magari anche qualche volto nuovo.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 18 luglio 2024 alle 11:20
Autore: Gabriele Foschiatti
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