Al termine della conferenza stampa tenutasi all'Osteria Pulesi di Udine (clicca qui per leggere tutto quello che è successo) abbiamo intercettato il presidente della UEB Cividale Davide Micalich, che con grande disponibilità ci ha concesso un'intervista per approfondire alcuni dei temi lanciati durante l'ora precedente.
Buongiorno Presidente! Oggi è stata una giornata di annunci importantissimi: sono arrivati i rinnovi di Eugenio Rota e Martino Mastellari
Abbiamo aspettato per annunciare Eugenio perché credo che il campo venga sempre prima di tutto e volevamo lasciare i fari puntati sull'APU Udine, che era ancora impegnata. Ora è arrivato il momento giusto per annunciare il suo rinnovo.Suo e di Martino Mastellari, che è con noi solo da un anno ma ha dimostrato una passione, una voglia tali che è stato automatico trovare una soluzione che soddisfacesse entrambi. Eugenio incarna lo spirito Eagles e rappresenta la base da cui ripartire, la continuità e la forza di questo gruppo che vuole continuare a stupire.
Quali sono i programmi per il prossimo campionato di Serie A2?
Il prossimo anno nella A2 unificata a 20 squadre, che sarà meravigliosa, proveremo a stupire ancora. Sarà particolarmente difficile, ma ogni anno abbiamo saputo reagire. Quando siamo stati promossi ci hanno chiesto come avremmo fatto, quest'anno che eravamo nel Girone rosso, visto come il più difficile, ci davano già per spacciati. Speriamo continuino a dire così anche quest'anno! (scherza, ndr). Saremo all'altezza situazione, crediamo che il gruppo sia forte e guarderemo verso l'alto con grande umiltà e solidità. L'umiltà di un gruppo ambizioso ma non presuntuoso.
Cosa si aspetta dalle big di questo campionato, vista la promozione diretta? E quali sono gli obiettivi della squadra?
Credo sia giusto avere la prima classificata promossa direttamente e garantire il secondo posto con i playoff, così come mi piace l'introduzione del play-in. E' chiaro che noi non saremo tra quelle che proveranno a lottare per il primo posto, non è quello il nostro obiettivo. La nostra gente ci vuole bene perché siamo realisti. Come ha detto Eugenio il nostro obiettivo per il prossimo anno, partendo da un gruppo consolidato che gioca a memoria e da un coach che conosce tutti alla perfezione, è partire con meno ansie, per non arrivare a Natale con il cappio al collo sul Ponte del Diavolo e dire "Ce fasin cumò?" Altrimenti diventa una cosa da matti. Io soffrivo, ma non perché gli sponsor minacciavano di tagliare i soldi, perché Pilla minacciava di dimettersi o perché Redivo voleva andare via. Ero disperato perché la gente non era felice! Allora lì metti mano al cordone del borsone, butti il cuore oltre l'ostacolo e vai a prendere Doron Lamb. Poi uno più uno nel basket non fa sempre due, ma di solito tende verso quella direzione.
Ci saranno altre squadre, sicuramente le due che non riusciranno a salire quest'anno ma anche Udine e Forlì, per esempio, che proveranno a chiudere al primo posto. Mi aspetto un livello altissimo, tante squadre fortissime e poi altre realtà, un po' come noi, che partiranno da dietro le quinte e punteranno sulla solidità del gruppo. E' chiaro che a questo punto però diventa decisivo scegliere bene il secondo americano.
Durante la conferenza stampa si è concentrato sulla sostenibilià del nostro basket, ma non si è dilungato: cosa voleva dire?
Le società andrebbero supportate di più. Dietro alle 20 squadre di A2 ci sono 20 comunità fatte da gente che aspetta il sabato per riunirsi attorno a una maglia. E' un campionato di italiani: mentre la A1 è un top campionato, fuori concorso, noi dobbiamo fare in modo di continuare a tenere vicino i grandi proprietari.
Io ho creato un sistema diverso, ma dipendiamo tutti dagli sponsor, chi più chi meno. Se un domani il signor Armani, faccio un esempio, deciderà di non investire più persino Milano smetterà di fare l'Eurolega. Il movimento basket, specialmente dalla A2 in giù, va aiutato e bisogna fare in modo di reperire risorse nuove, costruire un circuito televisivo adeguato. Bisognerebbe trovare fonti di ulteriori richiamo per gli sponsor, perché l'humus, la passione c'è. Poi ci sono eroi come me che decidono di fare un progetto a Cividale. Ma perché sono matto, perché amo la pallacanestro friulana come la mia vita e ho trovato altri matti come me con cui ho creato un progetto che sta in piedi. il nostro grande vanto non è tanto tecnico, ma economico: economicamente siamo in linea. E' una fatica enorme, gran parte degli sponsor ci sostiene per amore del territorio, non per un vero ritorno. Bisognerebbe capire cosa poter offrire a questi sponsor per far sì che investano sempre con questo amore per il territorio, ma con maggior piacere.
Fondamentali saranno le strutture. Il PalaGesteco sarà ampliato e vivrà due restyling nei prossimi due anni: quanto è importante?
E' decisivo. Se non hai un impianto è inutile programmare una promozione. L'impianto poi devi cucirtelo addosso, quindi se tu vieni a Cividale tutto quello che si respira si identifica con il nostro gruppo di lavoro. E' lì che nasce la magia. E' una cosa che non si può toccare, ma che la annusi. Poi per me è fondamentale anche avere la Club House lì davanti per gli sponsor. Oggi è decisivo avere impianti all'altezza, che non significa palazzetti da 8-10 mila posti, ma vuol dire fare arene a misura d'uomo, a seconda di quello che la tua realtà ti dice di fare. E che soprattutto ti permetta di ospitare sponsor, tifosi e ambiente, perché i nostri primi sponsor sono i tifosi".
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