L'eliminazione era un qualcosa già nell'aria nei gironi, ma poi quel gol di Zaccagni aveva fatto per un attimo sperare almeno ad una riscossa in vista delle gare ad eliminazione diretta. Non è invece successo niente di tutto questo. L'Italia anche contro la Svizzera regala una brutta prestazione, probabilmente su un livello ancora più basso rispetto alla sfida con la Croazia. Un 2-0 senza appello e che poteva essere una sconfitta anche più rotonda, ma tra Donnarumma e un attacco elvetico che ha reso anche meno di quanto avrebbe potuto, ci si è limitati ai gol di Freuler e Vargas.
I campioni d'Europa in carica escono così già agli ottavi di finale. Non che ci si aspettasse di bissare il successo arrivato nella rassegna itinerante di tre anni fa, sicuramente però nelle attese c'era un percorso un po' più brillante, invece l'Italia torna a casa con un solo successo, contro un'Albania abbastanza rinunciataria per larghi tratti della sfida di Dortmund nonostante il vantaggio immediato firmato da Bajrami. Diverse le soluzioni tattiche provate da Spalletti, tantissimi gli interpreti utilizzati, ma con scarsi risultati dovuti anche forse all'assenza di una reale linea guida da seguire fin dal principio.
Ora bisognerà capire da dove ripartire, o meglio, bisognerà decidere di ripartire. I problemi che riguardano la nazionale italiana e più in generale il movimento calcistico del nostro paese sono ormai noti da tempo. Le reazioni durissime sono arrivate anche dopo le due mancate qualificazioni mondiali, ma le cose fanno sempre fatica a smuoversi. Al di là del discorso Spalletti, dove ci si può dividere tra chi chiede le sue dimissioni e chi invece invoca tempo per far sì che l'ex allenatore del Napoli possa plasmare il suo gioco anche con l'Italia, tanto si potrebbe fare per almeno tentare di mettere in atto un cambio di rotta.
Il problema legato alla mancanza di coraggio nel lanciare i giovani è ormai noto, con tanti ragazzi delle selezioni U19 e U21 che giocano tra Serie B, campionati esteri e Primavera delle squadre di Serie A. Pochi gli elementi già perni di una squadra della massima categoria, l'esempio più noto lo abbiamo in casa ed è Pafundi, che è andato a Losanna per trovare il suo percorso, ma si potrebbe anche allargare a tanti altri ragazzi, ormai infatti si punta sugli stranieri nella nostra massima categoria e infatti più di qualche addetto ai lavori comincia ad invocare anche il famoso obbligo di schierare un numero minimo di giocatori italiani in campo.
Tra riforme dei campionati, anche quello Primavera, cambi di mentalità, e potenziamento delle infrastrutture, anche giovanili, c'è tantissimo lavoro da fare. Vedremo se l'ennesima, bruciante, delusione legata all'Italia porterà finalmente a qualche cambiamento reale e sostanziale o se invece come sempre si traccerà una linea per ripartire esattamente da dove ci eravamo lasciati.
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